BRUXELLES - "Le criptovalute sono impiegate in una gamma crescente di attività criminali e il panorama di rischio sta evolvendo a una enorme velocità". Lo scrive il Parlamento europeo in uno studio dedicato al collegamento tra valute virtuali e finanziamento del terrorismo.
Secondo i risultati della ricerca, realizzata dal Dipartimento politiche per i diritti dei cittadini e gli affari costituzionali sulla base di una richiesta della Commissione speciale sul terrorismo, occorre rafforzare urgentemente la regolamentazione, perché il rischio è arrivare troppo tardi: "Anche se l'impiego che i terroristi fanno attualmente di criptovalute è limitato se confrontato a quello relativo ad altre aree illegali, la natura dei rischi può evolvere significativamente", sottolineano gli esperti.
Tante le questioni a cui mettere mano: dai bancomat in bitcoin, il cui status va definito chiaramente, alle sanzioni verso le piattaforme online che non hanno i requisiti. Urgente poi intervenire su una lacuna della quinta direttiva anti-riciclaggio, sottolinea la ricerca: tiene sotto controllo gli scambi verso le monete reali ma non quelli tra una criptovaluta e l'altra. In questo modo ricostruire i flussi dei soldi, spiegano, è impossibile.
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