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Brexit: Westminster boccia l'accordo di May. Ue, non si cambia

Juncker, sale rischio no deal. Tajani, presto per conseguenze

Brexit: Westminster boccia l'accordo di May

Redazione Ansa

LONDRA - Si riapre la partita della Brexit: l'accordo sul divorzio dall'Ue raggiunto a novembre dalla premier Tory, Theresa May, con Bruxelles è stato bocciato stasera dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì. La ratifica è stata negata con uno scarto di 239 voti, molto pesante per il governo.

 

Il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia al governo Tory. La mozione sarà discussa domani. Corbyn ha parlato di "sconfitta devastante", ha accusato la premier d'essersi negata al dialogo con l'opposizione per scongiurare un no deal e di aver privilegiato gli interessi del Partito Conservatore su quelli del Paese. Ha infine auspicato che la Camera dia domani il suo "verdetto sull'incompetenza di questo governo".

 

May aveva chiesto alle opposizioni di presentare una mozione di fiducia per vedere se l'esecutivo dispone ancora del sostegno di una maggioranza. La premier ha detto che il no all'accordo è chiaro, ma che non sono emerse chiaramente altre proposte sul tavolo. E ha insistito, in caso di fiducia, sulla volontà di andare avanti e di continuare a lavorare per attuare la Brexit.

 

"Con rammarico prendo nota del risultato del voto" ma "da parte Ue il processo di ratifica dell'accordo di recesso prosegue". Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. "Il rischio di un'uscita disordinata è aumentata con il voto di stasera. Mentre non vogliamo che accada, la Commissione proseguirà il suo lavoro per assicurare che l'Ue sia pienamente preparata. Chiedo al Regno Unito di chiarire le sue intenzioni il prima possibile. Ci siamo quasi", conclude.

 

"Se un accordo è impossibile, e nessuno vuole un no deal, allora chi avrà alla fine il coraggio di dire qual è l'unica soluzione positiva?": così in un tweet il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk dopo il voto su Brexit. 

 

Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani chiude alla possibilità di rinegoziazione dell'accordo: "Non credo che ci sia molto da cambiare. Al Regno Unito era stato concesso tutto ciò che chiedeva quando era parte integrante dell'Unione europea. E' stato concesso tutto ciò che potevamo concedere senza ledere gli interessi dei cittadini europei: non credo che si possa aggiungere altro. Per il Parlamento europeo - ha proseguito - la priorità è la tutela dei diritti dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito in caso di una 'hard Brexit', ovvero l'uscita del Paese dall'Ue senza un accordo con Bruxelles". "Ieri il Parlamento britannico si è espresso a grande maggioranza contro l'accordo" sulla Brexit. "Prendiamo atto di questo voto sia pur senza rammarico e lo rispettiamo. E' troppo presto per valutare le conseguenze, ma certo non siamo ancora in uno scenario no deal", ha detto il presidente del Parlamento europeo il giorno dopo il voto al Parlamento britannico sulla Brexit aprendo il dibattito alla Plenaria a Strasburgo. "Dovremo continuare i preparativi per far fronte anche all'ipotesi di un'uscita senza accordo", ha aggiunto. Nelle "nostre relazioni future siamo pronti ad essere ambiziosi", ha precisato Tajani elogiando il lavoro di Michel Barnier, capo negoziatore Ue per la Brexit.

 

"Abbiamo ancora tempo per trattare ma adesso la premier britannica deve fare una proposta", ha detto Angela Merkel, in uno statement sulla bocciatura della Brexit da parte del Parlamento britannico, oggi a Berlino. "Noi pensiamo che adesso tocchi al lato britannico, e la premier lo ha anche annunciato, dirci come si andrà avanti", ha aggiunto la cancelliera che ha parlato a margine di una Commissione parlamentare. "Cerchiamo di trovare una soluzione ordinata, ma siamo anche preparati all'opzione che una tale soluzione ordinata non ci sia", ha sottolineato Merkel. "Per questo domani il Parlamento tedesco si riunirà per consultarsi sulle leggi che sono state elaborate e che entrerebbero in vigore nel caso in cui non ci fosse una soluzione", ha aggiunto.

 

"Continuiamo il nostro processo di ratifica dell'accordo sull'uscita convenuto con il Regno Unito perché resta a nostro avviso il migliore possibile per un'uscita ordinata", ha detto il primo vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, il giorno dopo il voto sulla Brexit. "Non possiamo tornare indietro e cambiare l'inizio ma possiamo tornare a cominciare da dove siamo e cambiare la fine". "Abbiamo l'obbligo collettivo di garantire che la pace rimanga sull'isola d'Irlanda. Il backstop, che non è negoziabile, è necessario. E nessuno, nelle 27 capitali, butterà a mare l'Irlanda", ha proseguito Timmermans, il quale, riferendosi ai Brexiteers ha aggiunto: "per il loro sogno impossibile sono pronti a sacrificare la stabilità e la pace in Irlanda". Timmermans ha poi precisato che adesso ci "aspetteremo le decisioni del Regno Unito e di Westminster" e "continueremo con il nostro progetto di fare meno danni possibili, a prescindere dalle carte che verranno date".

 

"Diteci che cosa volete ottenere e dateci una chiara indicazione e poi l'Ue sarà disposta a concludere i negoziati su un buon accordo". Così Manfred Weber, leader dei Popolari al Parlamento Ue rivolgendosi ai britannici dopo il voto a Westminster di ieri sera.

 

"A dieci settimane" dal 29 marzo, "non è mai stato così elevato il rischio del no deal", ha avvertito il capo negoziatore Ue Michel Barnier nel dibattito in aula a Strasburgo dopo il voto di ieri nella Camera dei Comuni. "Adesso nessuno scenario può essere escluso, in particolare quello che abbiamo sempre voluto evitare: l'uscita" del Regno Unito "senza accordo". "La nostra determinazione è evitare uno scenario di questo tipo, ma abbiamo anche la responsabilità di essere lucidi", ha proseguito Barnier. "È la ragione per cui intensificheremo i nostri sforzi per prepararci a questa ipotesi". "Questo lavoro - ha aggiunto - dovrà essere accelerato, insieme a tutti i partner e gli attori che in tempi strettissimi potrebbero essere costretti ad adottare misure d'emergenza per far fronte alle possibili conseguenze di questo scenario". "Nella Commissione non ho mai riscontrato un'intenzione punitiva nei confronti del Regno Unito. Nel negoziato a cui abbiamo assistito, tutte le capitali hanno sempre cercato di contenere i danni in questo processo, ma non illudiamoci che porterà delle conseguenze negative ed è nostra responsabilità contenerli al massimo", ha detto il primo vicepresidente della Commissione Ue. "Finché non si troverà una via di uscita all'impasse politica britannica, con un chiaro sostegno parlamentare, non potremo andare avanti. Le prossime tappe dovranno ora essere chiaramente indicate dal governo britannico". Così il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier. "Sta al governo britannico - ha affermato Barnier - chiarire come il Regno Unito intende procedere per organizzare un ritiro ordinato" dall'Ue e "in che modo, al di là di questo, voglia ottenere con noi un partenariato ambizioso e durevole"

 

"Credo che sia giunto il momento di dire ai nostri amici britannici che per il bene del Regno Unito è arrivato il momento di avere una collaborazione fra i partiti politici" britannici. Così il leader dei Liberali Alde al Parlamento Ue, Guy Verhofstatd. "Per noi è impensabile che l'articolo 50 sia prolungato oltre la data delle elezioni europee", ha aggiunto, precisando infine che "deal o no deal faremo di tutto per tutelare i diritti dei nostri cittadini e anche britannici".

 

"Se dovessimo votare per un secondo referendum" sulla Brexit "potreste avere una grossa sorpresa, certo i britannici possono essere molto rilassati, molto cool, ma se vi spingete troppo oltre il leone ruggirà e se ci sarà un secondo referendum noi vinceremo con una maggioranza ancora più forte". Così l'eurodeputato britannico euroscettico Nigel Farage nel suo intervento alla Plenaria a Strasburgo.

 

"Mi dispiace per tutti voi che dovete digerire queste sciocchezze, vi chiedo scusa, il Regno Unito come avete visto non è poi così tanto unito. Nel mio partito in realtà la nostra posizione è chiara, vogliamo rimanere nella vostra famiglia di nazioni". Così l'eurodeputato scozzese Alyn Smith alla Plenaria a Strasburgo. "Abbiamo bisogno di più tempo, vi chiedo scusa ma questa è la realtà - ha aggiunto -. Se volete che restiamo qui c'è bisogno di più tempo. Il referendum può essere una via d'uscita ma abbiamo bisogno di più tempo per organizzare bene le cose".

 

"Se il Parlamento" britannico "non è in grado di definire una via da percorrere credibile, forse è il momento giusto di permettere alle persone di dire la loro con nuove elezioni o con un nuovo referendum". Lo ha detto l'eurodeputato del Partito democratico (Pd), Roberto Gualtieri, membro del Comitato del Parlamento Ue sulla Brexit (Brexit Steering Group). "Abbiamo sempre detto chiaramente che la Brexit è un errore storico, che avrebbe fatto stare peggio la popolazione britannica", ha ricordato l'eurodeputato. "Il nostro gruppo - ha sottolineato - è sempre stato chiaro sul fatto che non si opporrà a un'estensione dell'articolo 50 se sarà necessaria per dare il tempo necessario a una di queste opzioni", ossia per lo svolgimento di nuove elezioni o di un secondo referendum nel Regno Unito. "Ma ogni estensione - ha avvertito Gualtieri - deve essere per una ragione chiara e non solamente un'ulteriore perdita di tempo".

 

"Rispetto il risultato ma non posso che rammaricarmi del risultato negativo, un accordo negoziato per più di un anno e mezzo e vorrei rendere omaggio a Barnier per aver mantenuto l'unità fra i 27", ha commentato il premier spagnolo Pedro Sanchez alla Plenaria del Parlamento europeo. "E' il miglior accordo possibile che protegge gli interessi del Regno Unito e dell'Ue, è la soluzione che tutela i diritti dei cittadini - ha aggiunto -. La Brexit è una disgrazia, nessuno ci guadagna, tutti perdono e soprattutto i più vulnerabili. Mi auguro che il Regno possa continuare ad avere stretti legami con l'Ue".

 

 

 

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