BELGRADO - La premier serba Ana Brnabic ha firmato venerdì sera Mosca un accordo di libero scambio fra il suo Paese e l'Unione economica euroasiatica, di cui fanno parte Federazione russa, Bielorussia, Armenia, Kazakhstan e Kirghizistan. L'intesa sostituisce gli accordi bilaterali che la Serbia aveva con Russia, Bielorussia e Kazakhstan, estendendo la collaborazione agli altri due Paesi dell'Unione economica euroasiatica, e aprendo in tal modo l'export senza dazi di merci serbe a un mercato potenziale di 185 milioni di consumatori. Si tratta in particolare di sigarette, acquavite, formaggi, prodotti ortofrutticoli. I dazi restano tuttavia per l'esportazione di automobili dalla Serbia verso quegli stessi Paesi. In Serbia Fca produce la Fiat 500L nello stabilimento di Kragujevac.
La premier Brnabic ha rassicurato l'Unione europea, con la quale la Serbia ha in corso il negoziato di adesione, affermando che nel momento in cui Belgrado entrerà nella Ue annullerà tale accordo commerciale di libero scambio con l'Unione euroasiatica, che è stata fondata il primo gennaio 2015, e alla quale potrebbero aderire altri Paesi della ex Unione sovietica. Attualmente oltre il 60% del totale dell'interscambio economico e commerciale della Serbia è effettuato con l'Unione europea. Lo scorso anno l'interscambio del Paese ex jugoslavo con i cinque Stati dell'Unione euroasiatica è ammontato a 3,4 miliardi di dollari, il 90% con la sola Russia, Paese storicamente legato alla Serbia da una stretta alleanza e amicizia. Nonostante le pressioni di Bruxelles, Belgrado non ha aderito alle sanzioni imposte dalla Ue a Mosca per la crisi ucraina.
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