BRUXELLES - "La firma del Trattato sul Mes a dicembre non è necessaria, può avvenire uno due-mesi più tardi": così fonti europee coinvolte nel negoziato sul Mes.
Secondo quanto si apprende, comunque, fino ad oggi l'Italia non ha chiesto all'Eurogruppo alcun rinvio della firma della riforma del Mes. Per passare, la riforma ha bisogno del'unanimità dei Paesi.
La riforma del Trattato sul Mes "è stata già approvata a giugno, stiamo solo discutendo la legislazione secondaria, meglio chiudere ora": così fonti dell'Eurogruppo coinvolte nel negoziato sul Mes.
Secondo le fonti, riaprire il testo del Mes sarebbe anche in via teorica possibile, ma è molto rischioso perché permetterebbe a ognuno di sollevare altre questioni che si erano invece chiarite a giugno scorso quando si trovò l'accordo politico. Attualmente resta aperta soltanto la discussione tecnica su dove inserire gli allegati della riforma del Mes, ovvero se all'interno del Trattato stesso oppure come allegato appunto, ma che avrebbe un valore legale leggermente inferiore e quindi, come sostengono i francesi, potrebbe essere foriero di controversie legali. Nel pacchetto di dicembre che si discuterà all'Eurogruppo, oltre alla riforma del Mes c'è anche il completamento dell'Unione bancaria. "Sono ottimista su un accordo su una roadmap per avviare la discussione politica", fanno sapere le fonti Ue. Il piano di lavoro messo sul tavolo, al momento, somiglia molto alla proposta tedesca fatta dal ministro dell'Economia Olaf Scholz. E comprende, oltre allo schema comune di assicurazione sui depositi, anche una diversa assegnazione del rischio dei titoli sovrani detenuti dalle banche, punto su cui l'Italia si oppone da sempre.
Nel frattempo interviene sulla riforma del Mes anche la presidente della Bce, Christine Lagarde: "Voglio essere molto chiara sul Mes: i cambiamenti sono pensati per rafforzare il sistema di gestione delle crisi", e "deve essere rafforzato e ristrutturato per gestire la vulnerabilità e i rischi finanziari", ha detto Lagarde al Parlamento Ue rispondendo a una domanda dell'eurodeputato dei 5 Stelle Piernicola Pedicini.
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