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Ue a Italia, economia debole, debito sale anche in 2019

Squilibri, anche banche vulnerabili

Ue, squilibri in Italia, anche banche vulnerabili

Redazione Ansa

BRUXELLES -Il rapporto debito/Pil è aumentato nel 2018 e rischia di aumentare ulteriormente nel 2019 a causa delle deboli prospettive economiche e del peggioramento del saldo primario. Cosa positiva, i tassi sono scesi in modo consistente. Il risanamento delle banche è progredito in modo sostanziale con gli npl che sono scesi, ma resta debole il credito a istituzioni non finanziarie": lo scrive la Commissione Ue a proposito dell'Italia nel nuovo Alert Mechanism Report.

Inoltre, per il settimo anno consecutivo la Commissione Ue farà un'analisi approfondita degli squilibri macroeconomici italiani, perché ha rilevato "produttività e mercato del lavoro deboli, vulnerabilità nel sistema bancario, che contribuiscono alla bassa crescita potenziale che mette a rischio il calo del debito". Per Bruxelles "è opportuno, anche considerando gli squilibri eccessivi identificati a febbraio, esaminare la persistenza di rischi macroeconomici e monitorare i progressi sulla riduzione degli squilibri eccessivi".

A febbraio 2019 la Commissione aveva concluso che in Italia c'erano squilibri eccessivi legati all'elevato debito pubblico, alla protratta scarsa produttività in un contesto di alti npl e alta disoccupazione. Nello scoreboard aggiornato a oggi, "debito e disoccupazione superano ancora la soglia". La produttività "stagnante pesa sulla produttività e sul Pil potenziale, che a sua volta mette a rischio il calo del debito.

La bassa produttività è dovuta a bassi investimenti e innovazione sociale, un ambiente per le imprese che non sostiene, limitazioni economiche, mancanza di lavoratori specializzati", scrive la Commissione. Bruxelles sottolinea anche che "restano vulnerabilità del settore finanziario, in particolare per le banche medio e piccole, che hanno grandi stock di Npl, e sono maggiormente esposte ai rischi sovrani delle più grandi". I livelli di occupaizone e disoccupazione sono migliorati", ma "resta alta quella dei giovani e quella a lungo termine, mentre resta bassa la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con rischi per la futura occupazione e crescita".

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