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Viola, governare l'intelligenza artificiale

'L'uomo resti al centro'. Riconoscimento facciale già regolato

Redazione Ansa

BRUXELLES - Governare l'intelligenza artificiale introducendo regole là dove necessario, sfruttare il mercato unico dei dati a vantaggio dei cittadini e salvaguardando la privacy, limitare l'uso del riconoscimento facciale, recuperare i ritardi accumulati dall'Italia sulla digitalizzazione: queste alcune delle linee d'azione che, secondo Roberto Viola, direttore della DG Connect della Commissione europea, devono essere messe in campo nel quadro delle sfide poste dalle nuove tecnologie.

Viola ne ha parlato in un'intervista all'ANSA dopo il varo del pacchetto digitale da parte della Commissione. Ricordando anche che sulla condivisione di contenuti da parte di grandi piattaforme online, come Google e Facebook, l'Ue stabilirà delle regole entro l'anno nel quadro del Digital Services Act. "L'intelligenza artificiale - ha detto il direttore di dg Connect - porta tanti benefici ma anche alcuni rischi e più alto è il rischio più precise devono essere le regole. L'uomo deve essere sempre in grado di intervenire, di spegnere la macchina se necessario, e i cittadini devono sapere se stanno parlando con un robot o con una persona".

Rispetto alle preoccupazioni sollevate dalle tecniche di riconoscimento facciale, Viola rassicura: " Abbiamo già delle regole ferree stabilite dal GDPR, la regolamentazione dei dati personali è adeguata, siamo iperprotetti, il rischio può venire dalla frammentazione delle interpretazioni nazionali". In realtà sistemi di riconoscimento facciale sono già utilizzati per sbloccare i telefonini. "Il rischio può esserci negli spazi pubblici se vengono utilizzate in maniera generalizzata per comprendere dai movimenti della persona le sue abitudini e comportamenti di vita quotidiana: questo, abbiamo ribadito con il libro bianco, è vietato dalle leggi Ue e fatta eccezione per esigenze di sicurezza nazionale. La questione che poniamo in consultazione è se debba esserci ancora più armonizzazione di queste regole".

Viola ha poi evidenziato che il pacchetto digitale presentato nei giorni scorsi a Bruxelles porta anche nuove opportunità. Ad esempio in campo medico. "Con lo sviluppo di un 'gemello digitale' si potrà avere la propria storia sanitaria sullo smartphone e il medico in un secondo avrà il quadro completo, grazie anche alla condivisione dei dati" prevista dal mercato unico per lo scambio di informazioni. In ogni caso "deve spettare ai cittadini decidere quali dati condividere". Per la condivisione di contenuti da parte di giganti del web come Google e Facebook, Viola ha poi ricordato che l'Ue intende stabilire delle regole entro la fine dell'anno nel quadro del 'Digital Services Act' dopo una consultazione pubblica. "Essere grandi imprese significa anche avere grandi responsabilità".

E l'Italia come si colloca in questo contesto? Il Paese "sta facendo bene, ma vive un ritardo dovuto alla composizione demografica e una formazione digitale su cui bisogna fare di più". L'Italia è fanalino di coda soprattutto a livello professionale "per le scarse competenze digitali, l'istruzione e i laureati in materie scientifiche, le imprese che non utilizzano tecniche avanzate" ha detto Viola.

Eppure sul 5G il nostro Paese "è stato tra i primi ad aver assegnato le frequenze 5G dando certezza agli operatori: a questo punto bisogna accelerare, la nuova rete è l'autostrada che deve fare da traino a tecniche digitali più avanzate" ha concluso Viola.

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