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The State of the Union, Michel: 'Un 'piano De Gasperi' che rilanci l'Ue

Conte: progetto a prova di futuro. Di Maio: ora salto di qualità

Redazione Ansa

"La messa in comune delle nostre forze spegne i nostri rancori", diceva nel 1951 uno dei padri fondatori dell'Europa unita, l'allora presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, rivolgendosi all'Assemblea del Consiglio d'Europa a Strasburgo. Ed è proprio allo spirito del secondo dopoguerra, al "guardare oltre gli interessi di breve termine", che si richiama il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, quando oggi propone di intitolare proprio allo statista italiano il piano di ricostruzione che dovrà rilanciare il Vecchio Continente. La cui economia è stata devastata dalla crisi del coronavirus né più né meno che da un conflitto. "Abbiamo parlato di un nuovo piano Marshall ma perché non chiamarlo piano De Gasperi? Lancio qui la proposta", ha detto Michel, convinto che "la nostra generazione saprà lavorare per la realizzazione di un'Europa che manterrà tutto il meglio che ha raggiunto". Michel ha parlato all'annuale appuntamento fiorentino 'The State of the Union', che l'Istituto Universitario Europeo ha organizzato quest'anno per la prima volta in formato virtuale. Un'occasione per fare il punto soprattutto sull'impatto che la pandemia rischia di avere sulla costruzione europea.

 "Il nostro continente prevarrà solo se sarà capace di rimanere unito e di realizzare una risposta coordinata basata sul principio fondamentale di solidarietà", ha detto il premier Giuseppe Conte nel suo intervento sottolineando che la crisi da Covid è una "sfida grave e senza precedenti per l'Unione Europea e rende ancor più necessario un approccio al Progetto europeo a prova di futuro". Mai come adesso "di fronte a un bivio", gli ha fatto eco il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni: senza una risposta comune "in gioco c'è tutto il progetto", ha attaccato, sottolineando che "la discussione sul 'recovery fund' e su come finanziarlo non è facile". In Europa "serve un salto di qualità" ha rimarcato anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, perché il continente si trova a dover affrontare "la più grave crisi economica della sua storia e la risposta che daremo ne definirà il futuro". Le difficoltà sono note e di dare un nome a quella principale - la mancanza di fiducia tra i Paesi del nord e quelli del sud - si è incaricato l'ex presidente dell'Eurogruppo, il falco olandese Jeroen Dijsselbloem, ospite di uno dei panel. 

"Se dobbiamo entrare in un debito europeo condiviso - ha spiegato, dando voce all'opinione prevalente negli stati nordici - i soldi dovrebbero essere spesi con programmi europei e sotto un controllo democratico a livello europeo". Quanto agli Stati ad alto debito, tra i quali c'è l'Italia, la ricetta dell'olandese può essere soltanto quella di mettere in campo "riforme strutturali" e "aiutarli" a non fare altro debito. Il rischio di una disgregazione dell'eurozona è dietro l'angolo e la diagnosi degli analisti è impietosa: la crisi "sta allargando le differenze che già esistevano tra i Paesi europei prima dell'epidemia da coronavirus", ha sottolineato Laurence Boone, capo economista dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Per recuperare "servirà un enorme periodo di tempo". Tempo che rischiamo di non avere: "Serve un fondo macroeconomico molto significativo - ha ribadito Gentiloni - e ci serve molto presto".

 

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