Bruxelles - Dopo un anno di attesa dovuto allo scoppio della crisi Covid, la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) diventa realtà. I ministri dell'economia della zona euro hanno dato l'ok definitivo alla modifica del trattato che ridisegna gli aiuti tradizionali del Mes (non la linea dedicata alla pandemia nata a marzo), con l'obiettivo di prevenire le crisi invece che curarle, una volta scoppiate, con i dolorosi programmi di aggiustamento che sono costati al Mes la sua fama. L'intento della riforma, avviata oltre due anni fa, è rafforzare e semplificare l'uso degli strumenti a disposizione del Mes prima del salvataggio di un Paese, ovvero le linee di credito precauzionali, utilizzabili nel caso in cui un Paese venga colpito da uno shock economico e voglia evitare di finire sotto stress sui mercati.
La riforma elimina il contestatissimo Memorandum - quello passato alla storia per aver imposto condizioni rigidissime alla Grecia - sostituendolo con una lettera d'intenti che assicura il rispetto delle regole del Patto di stabilità. La riforma affida al Mes anche un altro compito, a tutela dei contribuenti: fornirà un paracadute finanziario (backstop) al fondo salva-banche Srf (il fondo unico di risoluzione europeo alimentato dalle banche stesse), qualora, in casi estremi, dovesse finire le risorse a disposizione per completare i 'fallimenti ordinati' delle banche in difficoltà. E' uno dei tasselli mancanti dell'Unione bancaria che l'Italia aveva fortemente voluto. Grazie alla decisione dei ministri entrerà in vigore prima del previsto, cioè nel 2022 invece del 2024.
"Vorrei ringraziare Roberto Gualtieri per il suo coraggio politico" sul Mes "poiché l'unico Stato della zona euro in cui questa questione è diventata un'importante questione di politica interna è stato l'Italia", ha detto il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, sottolineando che "Gualtieri ha usato buoni argomenti per convincere i suoi partner di coalizione ad andare avanti sulla riforma". Il paracadute al fondo salva-banche Srf è "una garanzia considerevole per le banche e per i contribuenti" perché "se dovesse esserci una nuova crisi finanziaria, saranno meglio tutelati in caso di default" degli istituti, ha poi aggiunto Le Maire, secondo il quale l'accordo sul Mes "rende la zona euro la più protetta al mondo di fronte agli shock economici" ed è "strategico per gli Stati membri e per le banche", anche perché sono state "rimosse le condizioni stigmatizzanti che esistevano prima" per l'accesso alle linee di credito. Con il via libera alla riforma "l'Ue e gli Stati membri mettono ancora una volta il principio della solidarietà al centro della loro costruzione, com'è già stato per l'emissione comune di debito" concordato tra i leader Ue a luglio per la ripresa economica.
Per il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz si tratta di una riforma che "rafforza l'euro e tutto il settore bancario europeo, perché lo rendiamo più robusto contro gli attacchi degli speculatori, e rendiamo il settore bancario più resistente alle crisi e quindi in grado di sostenere l'economia reale". Scholz sottolinea anche che si continuerà a "ridurre i rischi sui bilanci delle banche". Ma l'ok all'anticipo del backstop dimostra che per i ministri c'è stata già una significativa riduzione dei rischi bancari, un buon punto di partenza anche per la discussione sull'ultimo pilastro dell'Unione bancaria, cioè lo schema di assicurazione comune sui depositi (Edis).
La riforma del Mes dovrà ora essere firmata formalmente da tutti gli Stati aderenti al trattato, cioè quelli della zona euro, e potranno poi partire i procedimenti nazionali di ratifica.
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