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Commissione, valutiamo se la legge Lgbtqi in Ungheria viola lo stato di diritto

'Da Budapest non vediamo sforzi sui valori europei'. 13 Paesi Ue 'fortemente preoccupati'

Commissione, restano problemi sullo stato di diritto in Polonia e Ungheria

Redazione Ansa

BRUXELLES -  "La Commissione europea sta esaminando" la legge approvata di recente dall'Ungheria che vieta la 'promozione dell'omosessualità ai minori' "per verificare se violi la normativa Ue". Così la vicepresidente Ue, Vera Jourova, al termine del Consiglio Affari generali. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen "ha già espresso le sue preoccupazioni", dicendo "chiaramente che noi crediamo in un'Europa che abbraccia la diversità e non la nasconde ai nostri bambini e ragazzi", ha spiegato Jourova, sottolineando che Bruxelles non vede "sforzi significativi" da parte di Budapest "per trovare un terreno d'intesa con i valori Ue".

Jourova ha poi sottolineato anche la necessità di proteggere "la libertà di espressione", poiché "nessuno deve vedersi discriminato per il proprio orientamento sessuale". Alla riunione odierna dei ministri europei con delega agli Affari generali si è svolta una seconda audizione su Ungheria e Polonia nel contesto dell'articolo 7 dei Trattati europei, che prevede un meccanismo per la sospensione di alcuni dei diritti di adesione di uno Stato membro - come per esempio il diritto di voto nelle sedi istituzionali - in caso di violazione grave e persistente dei principi su cui poggia l'Ue.

"Sono qui per ascoltare le audizioni di Polonia e Ungheria nel campo dello stato di diritto. Secondo la Commissione Ue, la situazione non sta andando nella giusta direzione perciò evidenzierò dove vediamo gli aggravamenti". Aveva detto Jourava a amrgine del Consiglio Affari generali. "Consideriamo lo stato di diritto come le fondamenta della democrazia europea, perciò la posta è alta. Dobbiamo andare avanti con la procedura dell'articolo 7 perché vediamo problemi sistemici sia in Polonia che in Ungheria", aveva aggiunto Jourova.

Parallelamente, riguardo al rifiuto della Uefa ad illuminare lo stadio di Monaco di Baviera con i colori dell'arcobaleno per la prossima partita degli Europei di calcio in sostegno della comunità Lgbtqi Dana Spinant, portavoce della Commissione Ue, si era espressa così: "Sulla questione noi non siamo competenti, riguarda la città di Monaco e l'Uefa, noi non facciamo parte di questa discussione". "Se invece ci si chiede quale è la nostra posizione sul sostegno alla comunità" Lgbtqi "secondo noi è importante sostenere questa comunità e lo abbiamo fatto in passato", ha aggiunto la portavoce.

"Personalmente avrei apprezzato più coraggio da parte dell'Uefa che si professa, di continuo, in prima linea contro ogni forma di discriminazione: quanto sta accadendo in Ungheria è molto grave e il calcio dovrebbe approfittare della sua grande cassa di risonanza per abbattere il muro dell'intolleranza che purtroppo ancora vige in Europa. Consideriamo dunque la decisione dell'Uefa come un'occasione sprecata che pone, comunque, l'attenzione sulle retrogradi e inammissibili politiche di Orban, che nulla hanno a che fare con l'Unione Europea e i suoi valori fondanti, e che noi del Movimento 5 Stelle stigmatizziamo con forza". Lo afferma in una nota Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.

"Essere neutrali ed essere indifferenti non sono la stessa cosa. Uefa di che squadra sei?". Lo afferma su Twitter la presidente degli eurodeputati del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez, commentando la decisione della Uefa di respingere la richiesta del sindaco di Monaco di illuminare con i colori arcobaleno Lgbtq lo stadio di Monaco nella partita Germania-Ungheria. "La bandiera arcobaleno significa libertà, tolleranza e rispetto. Non è un'ideologia, si tratta di essere se stessi. L'omofobia non ha posto nell'Ue!", conclude Garcia.

"La nuova legge ungherese" sull'omosessualità "crea chiaramente discriminazioni verso l'orientamento sessuale ed è simile ad una forma di minaccia. Non è possibile accettare questo attentato ai valori. Noi, come la Germania e gli altri Paesi del Benelux, abbiamo espresso una preoccupazione molto forte". Così il segretario di Stato francese agli Affari europei, Clément Beaune, a margine del consiglio Affari generali.

Tredici Paesi Ue hanno stilato una dichiarazione congiunta nella quale si dicono "fortemente preoccupati" per la legge anti Lgbtqi approvata dall'Ungheria e chiedono alla Commissione europea di intervenire. "Al di là delle discussioni in corso al Consiglio Affari Generali - scrivono i 13 Paesi - esortiamo la Commissione Europea in quanto custode dei trattati a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire il pieno rispetto del diritto dell'Ue, anche deferendo la questione alla Corte di giustizia. Ci impegniamo a proteggere i diritti di tutti i cittadini dell'Ue". Nella dichiarazione Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Lettonia esprimono "profonda preoccupazione per l'adozione da parte del parlamento ungherese di emendamenti che discriminano le persone LGBTQI e violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini. Questi emendamenti a una serie di leggi ungheresi (legge sulla protezione dell'infanzia, legge sull'attività pubblicitaria aziendale, legge sui media, legge sulla protezione della famiglia e legge sull'istruzione pubblica) introducono il divieto di "rappresentazione e promozione dell'identità di genere diversa dal sesso alla nascita, il cambio di sesso e omosessualità" per i minori di 18 anni. Da parte sua, il premier ungherese Viktor Orban sostiene che "la nuova legge ungherese" sul divieto di 'propaganda gay' ai minori di 18 anni "non è in conflitto con nessun alto ideale o legge europea".

 

 

 

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