BRUXELLES - "Nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina, ci sono oltre 30 mila chilogrammi di uranio e plutonio arricchito e la Aiea non ha accesso all'impianto per verificare lo status di questo materiale. Siamo in contatto con gli esperti russi e il governo russo, che ha il controllo della centrale, e ho detto che devono garantire l'accesso ai nostri ispettori. Ho parlato poi con il presidente Volodymyr Zelensky e ho chiesto alle parti di poter organizzare una missione per verificare che sia tutto in ordine". Lo ha detto Rafael Mariano Grossi, direttore della Aiea (agenzia atomica internazionale).
Secondo Grossi, uno degli aspetti più preoccupanti è che la centrale è "sotto il controllo della autorità militari russe" mentre "i tecnici e gli operatori restano ucraini", e questo produce il rischio di "contrasti e incomprensioni", condizione "non ideale" per un impianto di tale complessità. Inoltre, nelle centrale sono presenti "esperti militari russi" e il loro ruolo "non è chiaro". "Ci sono delle attività - ha spiegato Grossi - che i nostri esperti devono condurre e in questo momento a Zaporizhzhia non possono farlo: senza questo lavoro non possiamo assicurare alla comunità internazionale cosa accade lì al materiale nucleare".
Grossi ha poi sottolineato che il problema "non è solo la Russia ma anche l'Ucraina". Per quanto riguarda la missione di controllo alla centrale, infatti, entrambe le parti insistono che venga condotta sotto le "rispettive bandiere". "Sia per Mosca che per Kiev il format politico è più importante che il lavoro tecnico che siamo chiamati a svolgere".
Grossi ha infine aggiunto che in Iran sono state trovate "tracce di uranio arricchito in zone in cui non era mai stato trovato prima e abbiamo chiesto alle autorità di spiegare la loro origine. Se si vuole finalizzare l'accordo sul nucleare, non vedo come si possa fare se l'Agenzia non è a conoscenza di queste cose. La situazione non è buona, non ci hanno dato le informazioni che noi abbiamo bisogno da loro".
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