I tempi "sono maturi" e il price cap, seppur in una versione molto soft, può vedere la luce. Ursula von der Leyen, dopo mesi di incertezze, sigilla il nuovo piano della Commissione sull'energia e imprime una svolta alla strategia di Bruxelles sul gas: più vincoli agli Stati membri e alla volatilità dei prezzi, più solidarietà in caso di carenze delle forniture e la prospettiva di un indice di riferimento che faccia da contraltare al tanto criticato Ttf.
Nelle linee generali il corridoio dinamico si applicherà solo a certe condizioni per prevenire picchi estremi sui mercati spot Ttf. Potrà essere attivato per un massimo di tre mesi. Poi, entro la prossima primavera l'Ue proverà ad archiviare la questione con un nuovo indice di riferimento che vada ad affiancarsi a quello di Amsterdam. Ma il 'cap' è solo una delle misure varate dalla Commissione, che rende obbligatori gli acquisti comuni di gas per almeno il 15% del volume totale e mette sul tavolo regole predefinite che per la solidarietà tra Paesi membri in caso di carenza di gas.
Il tema, come ha sottolineato von der Leyen, è che sulla piattaforma comune e sulla domanda aggregata di gas, tra i 27, si vede "un ampio sostegno", così come per un ulteriore taglio ai consumi - questa volta obbligatorio - in caso di emergenza. Mentre sul price cap a Bruxelles ci si limita ad augurarsi una condivisione dei leader. Parallelamente, infatti, alla riunione dei Rappresentanti dei 27 e al Consiglio Affari Generali a Lussemburgo, il piano della Commissione mostrava già le sue crepe. Incontrando le "riserve" e lo "scetticismo" di Germania e Olanda, ma anche - spiegano fonti europee - di Austria, Danimarca, Ungheria e Irlanda. Al momento l'invito ad esplorare un cap dinamico è messo nero su bianco nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo ma i 'falchi' punterebbero a toglierlo. Dall'altra parte, i Paesi favorevoli ad un price cap (i 15 della lettera in cui lo chiesero per iscritto, Francia e Italia inclusi, con la possibile aggiunta di Cipro ) auspicherebbero un riferimento più chiaro nel testo. Da qui a giovedì la partita è aperta e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nella sua lettera d'invito, ha fatto un nuovo appello ai governi a tutelare "l'interesse collettivo".
La novità, per il fronte del price cap, è che la Commissione, sia pur con cautela, questa volta è dalla loro parte. A chi gli faceva notare il rischio che Mosca chiuda i rubinetti von der Leyen ha risposto con nettezza: "La Russia ha già mostrato di essere totalmente inaffidabile e ha deliberatamente tagliato i flussi all'Ue. Non possiamo contarci". Non solo. La presidente della Commissione ha spiegato che, al momento, gli stock di gas nell'Ue sono al 92%. "I flussi da Mosca sono ridotti dei 2/3, siamo preparati per l'inverno", ha assicurato rispondendo poi a chi - come ha fatto anche Mario Draghi al summit di Praga - ha accusato la Commissione di eccessiva lentezza di reazione. "Avevamo proposto un tetto del gas a marzo ma c'era reticenza tra gli Stati. E in primavera non eravamo pronti", ha ricordato. L'Italia, con il sottosegretario agli Affari Ue Enzo Amendola, giudica la il piano della Commissione "nella giusta direzione". E può anche sorridere con la proposta di dirottare i 40 miliardi di fondi di Coesione rimasti dal periodo 2014-2020 nelle misure contro il caro energia. Per ora ci si dovrà accontentare di questo: sulla messa in campo di uno Sure 2 c'è, ancora una volta, il muro tedesco da superare.
Continua la discesa del gas che aggiorna ancora i minimi di giornata a scivola su quota 111 euro poi risale 113. La flessione del Ttf ad Amsterdam si aggira attorno all'11 per cento.
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