BRUXELLES - Se il governo è disponibile a rinegoziare gli accordi di partenariato sui fondi di Coesione? "Questo lo vedremo. Noi valuteremo assieme il Pnrr e, in modo logico e coordinato, anche la parte relativa alla Coesione perché potremmo immaginare un coordinamento unico per il Pnrr scade a giugno 2026, la Coesione nel 2029 e il Fondo di sviluppo e Coesione, essendo nazionale, non ha scadenza. Articolare questi tre fondi in modo coordinato credo sia la situazione più logica a cui stiamo lavorando". Lo ha detto il ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, parlando con i cronisti a Bruxelles.
"Con la Commissione faremo una verifica, e se dovesse emergere che c'è l'impossibilità, e in alcuni casi è cosi, di poter realizzare alcuni progetti al 2026, noi con l'Ue lavoreremo per trovare una soluzione tenendo conto che l'Italia presenterà nei prossimi mesi il RePowerEu per cui non può usare a debito ulteriore risorse se non con particolari autorizzazioni. Il governo presenterà una relazione completa che andrà a fotografare lo stato attuale anche con delle proposte di cambiamento che andranno affrontate d'intesa con l'Ue", ha spiegato FItto.
"Timori nel governo non ci sono. C'è consapevolezza della situazione alla quale stiamo lavorando molto serenamente in collaborazione con la Commissione europea. Dopo poco più di quattro mesi mi sembra surreale il dibattito che si è scatenato" sul Pnrr. Oltretutto è un dibattito che è nato da pochi mesi ma che non c'è mai stato in Italia, eppure il Pnnr opera da molto più tempo in Italia". Lo ha detto il ministro per gli Affari Ue, il Pnrr e la Coesione Raffele Fitto parlando con i cronisti al Pe. " Non c'è una preoccupazione, si sta lavorando in modo propositivo con la Commissione, che ieri ha confermato anche grandi progressi delle ultime settimane. Quindi con l'Ue lavoreremo ad una soluzione per le questioni relative al completamento dell'ultima rata e apriremo un confronto" sul programma più complessivo, ha aggiunto Fitto.
Sugli obiettivi al 31 dicembre per ottenere la rata dei 19 miliardi e sulla proroga della decisione della Commissione "non si tratta di fare polemiche ma di prendere atto del fatto che sono questioni, evidentemente, che riguardano il precedente governo"."Il governo - ha aggiunto - di intesa con i sindaci e con i ministeri dell'Interno e dell'Economia predisporrà delle risposte di chiarimento" all'Ue sui progetti sotto esame, tra i quali quello dello stadio di Firenze e del bosco dello sport di Venezia, "auspicando che si trovi una soluzione".
Sul piano del Pnrr nel suo complesso "noi faremo le nostre previsioni di spesa. La data del giugno 2026 mi sembra di capire, non ve lo dico io, resta è quella del giugno 2026 ed è il motivo per cui chi si è insediato da qualche mese si pone il problema di quello che accadrà da qui al giugno del 2026. Qualcuno parla di irresponsabilità, io penso invece che ci sia grande responsabilità e senso di rispetto per le istituzioni per evitare di immaginare che questioni che oggi sembrano problematiche possano scoppiare tra un paio di anni. E' molto più intelligente, costruttivo e utile al nostro Paese individuare criticità e soluzioni oggi", ha spiegato Fitto. "Qui si tratta di parlare delle questioni con un approccio serio e responsabile ed è quello che il governo Meloni sta facendo dall'inizio o pensare che tutto possa essere buttato in polemica, non so a cosa serva", ha aggiunto il ministro sottolineando: "io mi auguro che il confronto possa essere costruttivo sia rispetto a ciò che è stato fatto sia rispetto a ciò che possiamo fare", ha concluso il ministro italiano.
"Noi dobbiamo collaborare e lo stiamo facendo. Non c'è nessun scoppiettio che abbia contagiato il lavoro che stiamo facendo" in Ue. "Dobbiamo riconoscere il ruolo di tantissimi funzionari italiani in Commissione, il lavoro fatto dall'ambasciatore Piero Benassi. Lavoriamo assieme. Non abbiamo alcuna voglia di riproporre le divisioni interne qui a Bruxelles". Lo ha detto il commissario Ue agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, alla presentazione del libro di Pier Ferdinando Casini, 'C'era una volta la politica', soffermandosi sui dossier di lavoro per Italia e Ue, a cominciare dal Pnrr.
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