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Corruzione, Bruxelles punta a pene minime in tutta l'Ue "tra quattro e sei anni"

La Commissione studia un'armonizzazione in materia anche su aggravanti e attenuanti

Press Conference following EU Commission weekly college meeting

Redazione Ansa

La Commissione europea vara una direttiva per combattere la corruzione, sia pubblica che privata. Tutti gli Stati membri dovranno avere un'autorità apposita con standard comuni per combatterla e, inoltre, dovranno armonizzare la legislazione in materia. La definizione stessa di corruzione sarà ampliata, per contemplare anche l'appropriazione indebita, il traffico d'influenze, l'abuso di funzione, l'ostruzione alla giustizia, l'arricchimento illecito e il tentativo di corruzione (in pratica sia quella attiva che passiva). Le pene saranno poi aumentate così come la prescrizione. Lo prevede il nuovo pacchetto anti corruzione dell'Ue.

"Le pene per la corruzione all'interno degli Stati membri variano molto, si va da un minimo di tre mesi a un massimo di 15 anni", spiega la commissaria Ylva Johansson. Stessa cosa per la prescrizione, definita come "un vero ostacolo".

"Chi commette questi crimini è interessato a nasconderli perché ne beneficia, le indagini sono quindi molto complicate e lunghe: i criminali sfruttano i tempi lunghi per arrivare alle prescrizioni", spiega Johansson indicando che si va da un minimo di tre anni a un massimo di 15 anni per la prescrizione.

La Commissione punta allora ad avere pene minime comprese tra i "quattro e i sei anni" di reclusione, ovvero il livello minimo nella fascia alta, in modo da dare alle forze di polizia gli strumenti adatti per combattere questi crimini, definiti come seri e gravi. L'altra operazione di armonizzazione sarà volta alle "aggravanti" e alle "attenuanti", così che non differiscano tra gli Stati membri. Se a commettere un crimine sarà un alto funzionario pubblico sarà considerata un'aggravante, come pure se il crimine sarà compiuto a favore di un Paese terzo. Stretta anche contro l'impunità, in particolare per i parlamentari, la cui immunità dovrà essere revocata "velocemente" per permettere le indagini.

L'Unione Europea lancerà anche un nuovo network, incardinato presso il commissariato agli Affari Interni dell'esecutivo Ue, per combattere la corruzione e la prima riunione avverrà in settembre, ha fatto sapere Johansson durante una conferenza stampa. Uno dei primi compiti sarà quello di stabilire le aree a rischio per la corruzione, come ad esempio i porti dell'Unione.

"Stiamo portando avanti la nostra implacabile missione di estirpare la corruzione, una cancrena crescente e con il nostro pacchetto anticorruzione adottato oggi, stiamo criminalizzando tutte le forme di corruzione in tutti gli Stati membri:  vogliamo costruire una nuova cultura dell'integrità a tutti i livelli della società". Lo ha affermato il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas.

Il Servizio di Azione Esterna dell'Ue (Eeas), con il supporto della Commissione, propone di istituire un meccanismo comune per colpire gravi atti di corruzione in tutto il mondo, ciò fa parte del pacchetto presentato oggi dall'esecutivo Ue per armonizzare i regimi penali europei e combattere la corruzione all'interno dell'Unione. L'Ue sarà dunque "in grado di colpire gravi atti di corruzione in tutto il mondo, indipendentemente dal luogo in cui si verificano", spiega l'esecutivo europeo. La proposta dimostrerà la determinazione dell'Ue a utilizzare qualsiasi strumento, comprese le sanzioni, per combatterla.

Johansson ha definito la corruzione nell'Unione Europea "una minaccia alla coesione delle nostre società e al funzionamento del nostro Stato di diritto", in particolar modo "quando si tratta di organizzazioni criminali, che non potrebbero operare se non facessero ampio uso di corruzione". Secondo quanto la commissaria ha dichiarato, "il 60% delle organizzazioni criminali fa uso di corruzione e la maggioranza opera a livello transnazionale, in modo ormai simile a come agisce una multinazionale: dobbiamo intervenire".

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