BRUXELLES - Oltre venti perquisizioni sono state effettuate questa mattina in Belgio nell'ambito dell'operazione europea 'Eureka' contro la 'ndrangheta, condotta su larga scala in diversi Paesi. Lo rende noto la procura federale belga, evidenziando che il blitz ha preso di mira "oltre un centinaio di sospetti membri della mafia calabrese". Il fascicolo, viene riferito, è stato aperto dalla procura federale del Belgio, in collaborazione con la procura del Limburgo, la polizia giudiziaria federale belga, Eurojust, Europol e vari Paesi, in particolare l'Italia.
"L'operazione europea ha portato questa mattina a circa 150 perquisizioni in otto Paesi europei: si tratta senza dubbio della più grande operazione mai realizzata contro la mafia calabrese in Europa", hanno affermato i portavoce della procura federale belga. "Più di mille poliziotti sono stati coinvolti nelle perquisizioni questa mattina in Germania e tremila in Italia", hanno aggiunto, indicando che i raid hanno toccato anche "Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia".
"L'origine di tutta l'operazione europea di oggi è la nostra indagine nel Limburgo nel 2018: con le indagini locali sul traffico di droga avvenute nel 2018, abbiamo trovato poi contatto con alcuni pregiudicati e abbiamo inviato il nostro materiale investigativo all'Italia", hanno fatto sapere. Nel 2021, "è stato istituito un team congiunto per intercettazioni e indagini tra le forze di polizia europee", hanno spiegato i portavoce.
Nel blitz "gli arresti totali sono stati tredici, sette dei quali con mandato d'arresto europeo emesso dall'Italia che ne ha chiesto la consegna alle autorità italiane", ha aggiunto il magistrato belga Antoon Schotsaert in conferenza stampa, precisando che "i tempi di consegna all'Italia potrebbero richiedere alcuni mesi in base alla loro posizione davanti ai giudici". Sono stati inoltre sequestrati tre veicoli di lusso, almeno 20 mila euro in contanti e diverse armi proibite.
"Ci sono elementi per pensare che le persone arrestate" in Belgio questa mattina nell'ambito della maxi-operazione "fossero connessi al traffico di cocaina tra il Sud America e l'Europa e ci sono indicazioni sufficienti per pensare che il porto di Anversa fosse utilizzato per tale traffico", ha sottolineato Schotsaert. "Le quantità in arrivo fanno ragionevolmente pensare che il mercato finale della droga non fosse solo il Belgio", ha poi spiegato.
Coordinata dal capo della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo, l'indagine si è sviluppata nell'ambito di due squadre investigative comuni: una intercorsa tra la Dda di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf; l'altra tra la Dda reggina, l'Ufficio del giudice istruttore del Tribunale di Limburg ed il Procuratore federale di Bruxelles.
In contemporanea al blitz dei carabinieri in Calabria, e alle operazioni delle Dda di Milano e Genova, le autorità giudiziarie belghe e tedesche stanno eseguendo rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità giudiziarie, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio. Il gip di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di beni per circa 25 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito in Italia, Portogallo, Germania e Francia e ha riguardato società commerciali e beni mobili e immobili.
"L'affiliazione criminale anche nel caso degli arresti in Belgio si sovrappone a legami di sangue e contatti familiari: si tratta chiaramente di ambienti difficili da penetrare, problemi che abbiamo aggirato grazie a metodi particolari di ricerca, osservazione, pedinamenti e microfoni piazzati nella case e nelle automobile dei sospettati", ha detto il portavoce della procura federale belga Eric Van Duyse a margine della conferenza stampa.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it