Il ministro irlandese della Salute Stephen Donnelly ha convertito in legge il regolamento che prevede l'etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie. Ne dà annuncio il ministero della sanità di Dublino. Primo esempio in Europa, la legge prevede che le etichette dei prodotti alcolici indichino il contenuto calorico e i grammi di alcol nel prodotto e contengano avvertenze sul rischio di consumare alcol durante la gravidanza e sul rischio di malattie del fegato e tumori mortali dovuti al consumo di alcol.
La legge si applicherà dopo un periodo di transizione di tre anni, dal 22 maggio 2026. "Sono lieto che siamo il primo paese al mondo a compiere questo passo e introdurre un'etichettatura sanitaria completa dei prodotti alcolici - ha dichiarato Donnelly - non vedo l'ora che altri paesi seguano il nostro esempio". L'etichettata irlandese sugli alcolici ha sollevato le critiche di diversi Stati Ue, tra cui l'Italia, da Stati membri del Wto e dai produttori di bevande alcoliche perché una barriera agli scambi commerciali, "ingiustificata e sproporzionata".
La Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l'Italia. L'argomento sarà all'ordine del giorno di una riunione del comitato "barriere tecniche al commercio" del 21 giugno. La settimana scorsa le associazioni europee e nazionali di produttori di vino, birra e distillati hanno presentato reclami ufficiali alla Commissione Ue perché apra una procedura di infrazione contro l'Irlanda.
"L'attacco al vino italiano a cui stiamo assistendo non ha nulla di scientifico, e a confermarlo sono i numeri ufficiali degli istituti di ricerca". Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) commentando la legge varata in Irlanda che prevede l'etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie.
"Non si comprende perché ci si concentri sui rischi legati al consumo di vino nascondendo ipocritamente sotto il tappeto le polveri sottili (PM10, PM2.5 e via di seguito) responsabili secondo l'EEA di oltre 400.000 decessi prematuri ogni anno in Europa - spiega il presidente Sima, Alessandro Miani - Questo non significa voler sottovalutare il problema dell'alcol, che deve essere affrontato non tanto attaccando la produzione vinicola italiana quanto contrastando ad esempio gli abusi nel consumo di alcolici e superalcolici tra i giovanissimi. Quello che serve, semmai, è una vera campagna contro l'abuso di alcol da parte dei giovani, ricordando che la prima causa di morte dei nostri ragazzi tra i 14 ed i 24 anni non è il cancro, ma sono gli incidenti stradali alcol-correlati", conclude il presidente Miani.
Coldiretti: "si tratta di una norma distorsiva del commercio"
L'entrata in vigore "della legge sulle etichette allarmistiche del vino in Irlanda è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino made in Italy di 7,9 miliardi realizzati lo scorso anno". È quanto afferma la Coldiretti, dopo che la Commissione europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l'Italia.
"Una decisione che, si auspica - sottolinea - possa essere ridiscussa nel Comitato barriere tecniche in sede Wto il 21 giugno dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa. Ma è anche importante che la Commissione Europea monitori gli effetti sul mercato interno per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione". Coldiretti evidenzia infatti che si tratta di una "norma distorsiva del commercio". Anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state nel 2022 pari ad appena 45 milioni di euro, la decisione, afferma la Coldiretti "rischia di aprire le porte in Europa e nel mondo ad una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell'export agroalimentare". "È del tutto improprio - commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - assimilare l'eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione". Le bottiglie made in Italy sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all'anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità.
I commenti politici
L'adozione di un'etichetta con avvertenze sanitarie contro gli alcolici "è un'iniziativa nazionale" irlandese che "noi non condividiamo assolutamente" con un approccio basato su "false informazioni che vengono date ai consumatori globali". Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso partecipando a un incontro organizzato da IT Food, il network dell'agroalimentare italiano in Europa, presso la rappresentanza della Regione Veneto a Bruxelles.
"Avevamo già chiesto alla Commissione d'intervenire perché l'etichetta sul vino decisa da Dublino è in contrasto con le regole del mercato interno, riteniamo che le informazioni contenute nel loro bollino rosso siano fuorvianti". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine del Consiglio Affari Esteri. "Ma è un Paese che decide in modo autonomo, legittimamente, noi non siamo d'accordo ma bisogna rispettare questa legge. Che per noi danneggia la libera concorrenza nel mercato interno".
Sul tema interviene anche il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, a margine dell'evento per la Giornata Mondiale della Biodiversità, organizzato da Coldiretti a Roma: "Lavoreremo insieme al collega Tajani, con il quale ci stiamo confrontando in queste ore, per capire come agire per contrastare la scelta dell'Irlanda". E "lo faremo anche insieme alle altre nazioni europee, come Francia e Spagna, che hanno sottoscritto con noi un documento di forte critica". "La stigmatizzazione del vino da parte dell'Irlanda, che non produce vino, crea una turbativa all'interno del mercato", ha precisato. Per questo, ha aggiunto Lollobrigida, "riteniamo scorretta l'azione dell'Irlanda, perché una cosa è informare e invitare alla moderazione, che riteniamo giusta; un'altra cosa è dire che un prodotto, a prescindere dal quantitativo che si assume, faccia male". L'Italia, peraltro, ha concluso, "è la seconda nazione al mondo per longevità e il vino viene consumato". Di contro, "sappiamo che l'Irlanda ha problemi di alcolismo e forse dovrebbero lavorare di più sull'informazione e sull'utilizzo corretto dell'alcol".
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