BRUXELLES - "Non diventeremo una dittatura e non cadremo nelle mani dei terroristi come è successo in Afghanistan". A dichiararlo il Consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente somalo, Hussein Sheikh Ali, in missione a Bruxelles per fare il punto con i rappresentanti della Commissione europea sulla Missione di transizione dell'Unione africana in Somalia (Atmis), operativa dal 2022 e finalizzata nell'assistere Mogadiscio nel contrasto al gruppo terroristico di Al Shabaab.
La missione si concluderà a dicembre 2024 con il ritiro totale delle circa 20 mila truppe dispiegate in tutto il Paese e con il passaggio delle responsabilità all'esercito somalo. Il disimpegno delle parti coinvolte nella missione - finanziata in gran parte dall'Ue, gestita sul piano logistico dall'Onu e coordinata a livello operativo dall'Unione africana - sarà graduale e procederà con il ritiro di 2 mila truppe entro la fine di giugno 2023 e di ulteriori 3 mila entro il prossimo settembre.
Interpellato sul rischio che il Paese possa precipitare nuovamente nella morsa dei terroristi come successo in Afghanistan dopo il ritiro dei contingenti stranieri, Sheikh Ali ha osservato che "i talebani avevano il sostegno della popolazione locale, noi invece stiamo sconfiggendo Al Shabaab perché la popolazione sostiene il governo".
La missione diplomatica a Bruxelles, svolta insieme all'ambasciatore Mohamed El-Amine Souef, rappresentante speciale per la Somalia del presidente della Commissione dell'Unione Africana, è stata anche l'occasione per fare il punto con i rappresentanti dei Paesi della regione - Ghana, Kenya, Etiopia e Uganda - che contribuiscono ad Atmis inviando contingenti dal loro Paese.
"L'Europa sembra essere molto coinvolta per la guerra in Ucraina, ma questo non deve avvenire ai danni delle necessità della Somalia e di altri Paesi che affrontano situazioni difficili come il Congo e alcuni Stati dell'Africa occidentale", ha affermato Souef. "La Commissione europea ha ridotto in maniera drastica il budget messo a disposizione di questa missione, rispetto alle precedenti", ha rimarcato l'ambasciatore nel suo intervento durante la riunione, riconoscendo tuttavia a Bruxelles il merito di aver contribuito con i finanziamenti a riportare il Paese sulla via della riconciliazione dopo la guerra civile.
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