BRUXELLES - L'Italia "si oppone" all'adozione delle conclusioni del Consiglio sul pacchetto pesca Ue, tenuto conto "della posizione unanime della XIII Commissione Agricoltura della Camera, che il 20 giugno ha votato un documento" sul "piano Ue per la pesca sostenibile e resiliente", in cui "emerge una valutazione negativa sulla proposta della Commissione europea" e la richiesta di una "valutazione di impatto sociale ed economica". Lo ha annunciato "con rammarico" il sottosegretario Luigi D'Eramo, nel suo intervento al Consiglio agricoltura e pesca Ue in corso in Lussemburgo.
Tra i punti critici del piano, D'Eramo ha indicato la proposta di aumentare la tassazione dei combustibili fossili e le proposte di limitazione della pesca a strascico. "E' necessario approfondire e ampliare il dibattito sul documento", ha sottolineato D'Eramo evidenziando la necessità di per avere una strategia basata "sui tre pilastri della politica comune della pesca" incluse le dimensioni "sociale ed economica".
"La contrarietà dell'Italia al Piano d'Azione Ue sulla pesca nasce dalla consapevolezza che abbiamo il dovere di tutelare un settore strategico per la nostra nazione". Lo afferma in una nota il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida dopo il voto contrario nel corso del Consiglio Europeo di questa mattina a Bruxelles.
"Gli interessi del comparto vanno difesi, anche alla luce della posizione unanime della Commissione XIII Agricoltura della Camera dei deputati, che nei giorni scorsi aveva espresso il suo 'no' alla proposta della Commissione europea sulla pesca. L'Italia - sottolinea il titolare del Masaf - chiede che vengano valutate, tra le altre, le ripercussioni socio-economiche ed occupazionali delle misure, che sia verificata l'introduzione di misure di contrasto della pesca; che venga incentivato l'utilizzo di motori termici con emissioni ridotte e che siano verificate le aree precluse alla pesca a strascico".
"Il target di riduzione" di uso dei pesticidi "assegnato al nostro Paese del 62% è ingiustificato, non realistico e discriminatorio", ha detto il sottosegretario nel corso del Consiglio Ue agricoltura intervenendo sullo stato di avanzamento della proposta di regolamento europeo riguardante i prodotti fitosanitari.
Il sottosegretario ha evidenziato come "la discussione non può ritenersi conclusa nemmeno sui punti che sono stati oggetto di proposte di compromesso in quanto, nonostante gli sforzi compiuti, è necessario continuare il confronto per analizzare nel dettaglio alcuni aspetti fondamentali, tra cui le responsabilità degli 'utilizzatori professionali'; l'eccessivo onere burocratico per le aziende agricole e per le istituzioni; le modalità di quantificazione di riduzione assegnato ai diversi Stati membri". "Attendiamo l'esito degli approfondimenti richiesti da questo Consiglio", ha concluso il sottosegretario, ribadendo che l'obiettivo primario per il nostro Paese resta quello di "mantenere competitiva l'agricoltura europea".
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