BRUXELLES - "Polonia e Ungheria? Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali, la loro posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l'unico modo per affrontare la migrazione mettendo d'accordo tutti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un punto stampa dopo il vertice Ue sulle resistenze dei due governi nell'adottare le conclusioni sul capitolo in materia di immigrazione al summit europeo.
"La questione che pongono polacchi e ungheresi non è peregrina, sono probabilmente i due Paesi che si stanno occupando più di profughi ucraini, lo fanno con risorse Ue che non sono sufficienti", ha spiegato Meloni confermando che mercoledì sarà a Varsavia e che "continuerà a lavorare" per una mediazione con Budapest e Varsavia. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha chiesto alla presidente del Consiglio di provare a mediare con i premier di Polonia e Ungheria per tentare di sbloccare l'impasse sul dossier migranti, come hanno riferito fonti europee. Purtroppo, hanno aggiunto le stesse fonti, la mediazione è fallita e Meloni lo ha brevemente riferito allo stesso Consiglio.
"Il ruolo dell'Italia è da protagonista in questo Consiglio europeo, sono soddisfatta del lavoro fatto", ha detto Meloni ai giornalisti.
"Il lavoro che stiamo facendo con la Tunisia può diventare un modello per il Nord Africa", ha poi aggiunto. "Se l'Ue offre una scelta alle popolazioni che tentano di lasciare l'Africa si cambia l'approccio", ha spiegato . "L'Africa non è un continente povero, ha molte risorse, è un grandissimo produttore di energia, soprattutto pulita, noi abbiamo un problema di approvvigionamento e l'Italia puo' essere la porta di questi investimenti", ha proseguito sottolineando che "su questo c'è un consenso unanime".
"La mediazione più facile di tutte è affrontare i movimenti primari perché altrimenti è impossibile affrontare i secondari: il patto sulla migrazione non esce ammaccato, il tema non si riapre, è un patto che migliora le regole ma non risolve il tema", ha continuato Meloni.
In materia di allargamento, la parola "giusta" è "riunificazione". "L'Ue non e' un club", ha detto. "Se poi questo richiede degli aggiustamenti lo faremo", ha aggiunto Meloni spiegando che, con l'allargamento, occorrerà applicare "un principio di sussidarietà" con la definizione delle "priorità" per l'Unione.
Al Consiglio europeo "si è discusso di come affrontare il tema della competitività, chiedendo pari condizioni per i Paesi che hanno minor spazio fiscale, grazie alla flessibilità dell'uso dei fondi esistenti: oggi nelle proposte della Commissione questo elemento più presente e per l'Italia tra Pnrr e fondi di Coesione vuol dire 300 miliardi di euro che possono essere meglio spesi", ha affermato.
Al termine del vertice, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha detto di non avere "riserve nei confronti della mia amica Giorgia". "Sono soddisfatto del ruolo che ha svolto perché ha sempre cercato di trovare un compromesso" ma "abbiamo convenuto sul fatto di non essere d'accordo" sul tema dell'immigrazione: "lo siamo su tutto il resto".
"Le auguro buona fortuna con questo patto, non credo sia la soluzione perché non affronta il problema alla radice, ma non commento le prerogative e le valutazioni del governo italiano".
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