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Vertice Ue chiede l'immediata de-escalation nel nord del Kosovo 

'Fallire nell'obiettivo avrà conseguenze'

Meloni, bene conclusioni vertice, ci sono posizioni Italia

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Il Consiglio europeo condanna i recenti episodi di violenza nel nord del Kosovo e chiede un'immediata de-escalation della situazione, sulla base degli elementi chiave già delineati dall'Unione europea il 3 giugno 2023. Le parti dovrebbero creare le condizioni per elezioni anticipate in tutte e quattro le municipalità nel nord del Kosovo. Il mancato allentamento delle tensioni avrà conseguenze negative". È quanto si legge nella bozza di conclusioni del vertice dei leader europei del 29-30 giugno. "È essenziale - si legge ancora - che il dialogo facilitato dall'Ue guidato dall'alto rappresentante e la rapida attuazione dell'accordo sul percorso verso la normalizzazione e del relativo allegato di attuazione continuino", inclusa "l'istituzione dell'Associazione/Comunità dei comuni a maggioranza serba". Nelle conclusioni si fa inoltre riferimento alla dichiarazione del vertice Ue-Balcani occidentali di Salonicco del 21 giugno 2003, in cui è stata riconosciuta la prospettiva europea della regione, e alle successive dichiarazioni dei summit di Sofia, Zagabria, Brdo e Tirana, oltre che le conclusioni del Consiglio europeo del 23-24 giugno 2022, ribadendo "il pieno e inequivocabile impegno a favore della prospettiva di adesione all'Ue dei Balcani occidentali" e "il sostegno alla accelerazione del processo di adesione".


I leader del Consiglio Europeo hanno inoltre adottato le conclusioni sulle "relazioni esterne e sul Mediterraneo orientale", ovvero il capitolo che considera l'accordo in fase di negoziazione con la Tunisia come un modello da replicare in futuro "coi partner della regione". Il Consiglio, si legge, "ha avuto una discussione strategica sui rapporti con il vicinato meridionale e saluta con favore il lavoro svolto per una partnership con la Tunisia benefica per entrambe le parti".

La riunione dei 27, al suo secondo giorno, dopo gli iniziali saluti ha affrontato subito il dossier Cina, del quale sono state adottate le conclusioni. Terminato il capitolo Cina, i 27 ora è tornato a parlare di migrazioni, provando a superare lo stallo creato da Polonia e Ungheria. Nel corso del dibattito è stata parzialmente assente Giorgia Meloni, impegnata nel ruolo di mediatrice sulla migrazione con il premier polacco Mateusz Morawiecki e il suo omologo ungherese Viktor Orban. Diverse proposte sono state messe sul tavolo dalla presidenza del Consiglio Europeo ma nessuna è stata accettata da Varsavia e Budapest che, secondo fonti europee, hanno assunto una posizione politica che prescinde dai contenuti del documento. Prende quindi quota l'ipotesi che le conclusioni del Consiglio diventino conclusioni della presidenza, un escamotage diplomatico per superare lo stallo e andare avanti con i lavori del Consiglio discutendo dei rapporti con la Cina, della situazione economica e i negoziati con la Tunisia. Anche se Polonia e Ungheria resteranno sulle barricate, sottolineano fonti del Consiglio, i 25 sono determinati ad andare avanti sul dossier migranti. Anche perché in ogni caso non ci sarà alcun impatto sull'accordo trovato a maggioranza a Lussemburgo sul Patto per l'immigrazione.

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