BRUXELLES - La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sostiene che l'Ue debba giocare un ruolo su un futuro di pace in Medio Oriente e offre "alcune possibili idee" per il dopo guerra. "Gaza non può essere paradiso per i terroristi, Hamas non può ricostruire la sua base nella Striscia", sostiene. Ecco allora la possibilità di una "missione di pace internazionale sotto l'Onu". Ci deve essere poi solo "un'autorità palestinese" a governare uno Stato palestinese". Allo stesso tempo le forze israeliane "non possono stare a Gaza, non ci deve essere espulsione dei palestinesi dalla Striscia e il blocco deve terminare".
"È la prima volta che ne sentiamo parlare". Lo dichiara un alto funzionario del Consiglio Ue a proposito delle idee di pace per il Medio Oriente avanzate dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen rispondendo alla domanda se la numero uno dell'esecutivo si sia coordinata prima con il Consiglio o gli Stati membri.
"La soluzione del conflitto israelo-palestinese non verrà da più guerra e orrori, al contrario in quel caso sarà più difficile mettere la parola fine. Dunque se ne esce solo con i negoziati. Noi siamo pronti a promuovere una conferenza di pace. L'Ue continua i suoi sforzi, non ci sono altre opzioni se i palestinesi e gli israeliani vogliono vivere l'uno accanto all'altro. L'iniziativa di Borrell può essere la base perché la soluzione dei due stati diventino realtà, anche se ora non viene riconosciuta da alcuni attori". Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel rivolgendosi agli ambasciatori Ue.
Quasi 50 ministri degli Esteri europei e mediorientali si sono incontrati a settembre a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per presentare una nuova iniziativa, denominata "Peace Day Effort", che mirava a rilanciare il processo di pace tra Israele e Palestina, da tempo in sospeso. L'iniziativa mirava a redigere un "pacchetto di sostegno" per massimizzare i dividendi della pace per palestinesi e israeliani una volta raggiunto un accordo di pace in futuro.
I partecipanti avevano deciso di formare tre gruppi di lavoro che avranno il compito di produrre i componenti del pacchetto sui potenziali meccanismi di cooperazione regionale, politica e di sicurezza post-pace; un secondo sulla cooperazione economica e ambientale e un terzo sulla sicurezza umanitaria.
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