BRUXELLES - Accordo tra i negoziatori del Pe sul testo della risoluzione sull'Ungheria che giovedì prossimo andrà in Plenaria e che prevede la possibilità, per l'Eurocamera, di intraprendere "ogni passo necessario" per evitare che siano sbloccati fondi europei a Budapest senza che ci sia stata l'attuazione delle riforme richieste per il rispetto dello stato di diritto.
"Contesteremo lo scongelamento di 10 miliardi di euro di fondi Ue di coesione a favore dell'Ungheria", ha scritto su X l'europarlamentare dei Verdi, Daniel Freund annunciando l'intesa sulla risoluzione e spiegando che "l'accordo di dicembre con Orban era sporco, non basato su effettivi sforzi di riforma in Ungheria".
Nel testo, all'articolo 11, si prevede che il Pe istruisca la commissione Affari Legali per "intraprendere al più presto i passi necessari sulla decisione dello scorso dicembre di sbloccare 10,2 miliardi a favore di Budapest", inclusa la possibilità di "impugnare la decisione presso la Corte Ue di Giustizia". Nel testo, inoltre, si prevede che il Pe "usi ogni strumento politico e legale a sua disposizione se la Commissione rilascerà ulteriori fondi" senza che l'Ungheria avrà soddisfatto "le condizioni richieste".
"Nel caso ci siano ulteriori sblocchi di fondi all'Ungheria senza però vedere miglioramenti sul rispetto dello stato di diritto, riteniamo che sia giusto che tutti gli strumenti legali siano attivati per impedire alla Commissione Ue l'esborso di fondi verso Budapest", ha detto la capogruppo dei Socialisti e Democratici, Iratxe Garcia Perez, durante una conferenza stampa a Strasburgo. "Il focus del testo al voto giovedì, sarà comunque quello di chiedere all'Ungheria il rispetto dello stato di diritto e dei valori europei e di fare pressione su Budapest affinché lavori alle riforme necessarie", ha aggiunto Garcia Perez.
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