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Ipotesi sospensione del diritto di voto a Budapest se Orban blocca gli aiuti a Kiev 

Molti Paesi chiedono l'attivazione dell'articolo 7 del Trattato sull'Ue

Ipotesi sospensione del diritto di voto a Budapest se Orban blocca gli aiuti a Kiev

Redazione Ansa

BRUXELLES - La "frustrazione" tra gli Stati membri dell'Ue per la posizione intransigente di Budapest sulla revisione del bilancio comunitario, che comprende gli aiuti a Kiev ma anche i fondi per la migrazione e il sostegno alle imprese, "sta crescendo" e molti Paesi a questo punto avanzano l'ipotesi di attuare la procedura dell'articolo 7 del Trattato sull'Unione europea, che può prevedere la sospensione dei diritti di voto di uno Stato membro. Lo assicurano fonti qualificate europee.

Le discussioni "continuano" in vista del Consiglio straordinario del 1° febbraio ma l'inflessibilità dell'Ungheria sta esasperando gli animi.

"Molti leader sono irritati dalla strategia di ricatto adottata dal premier ungherese Orban e non escludono l'opzione di usare le maniere forti", assicura un alto funzionario europeo. In questa fase i negoziati continuano ma - a quanto si apprende - il Consiglio "è pronto" ad aprire la procedura dell'articolo 7, che si attiva su richiesta di un terzo dei suoi membri, della Commissione o del Parlamento Europeo.

La frustrazione deriva non solo da una questione di metodo - il ricatto, per l'appunto - ma anche di merito. La richiesta di Orban di non passare per il bilancio comunitario per aiutare l'Ucraina con i 50 miliardi promessi nell'arco di quattro anni (un mix di sussidi e prestiti) infatti pone una serie di problemi tecnici, che riduce la prevedibilità necessaria per sostenere davvero Kiev.

"Alcune richieste di Budapest possono essere soddisfatte parzialmente mentre altre riscontrano totale opposizione, come la richiesta di un voto annuale sui fondi, che darebbe a Orban un veto da potersi giocare su altri tavoli ogni anno", assicura una fonte.

Al Consiglio di dicembre scorso i leader sono arrivati ad un accordo a 26 sulla revisione del bilancio Ue al quale Orban si è opposto. I 26 hanno quindi deciso di tornare sulla questione il 1° di febbraio per poter nel mentre trovare un'intesa. Contemporaneamente i tecnici sia della Commissione che del Consiglio stanno lavorando a un "piano B" nel caso in cui l'Ungheria non si pieghi. Ma sarebbe una soluzione di emergenza che scontenta tutti (a parte Orban). Da qui l'ipotesi - alquanto straordinaria - di procedere con l'articolo 7 dei trattati, soprannominata 'l'opzione nucleare' e dunque mai usata contro alcun Paese.

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