BRUXELLES - "L'Ue non sta facendo grandi cose" in innovazione, ricerca e sviluppo (R&D), si potrebbe addirittura dire che stia perdendo la corsa globale all'innovazione, soprattutto se paragonata agli Stati Uniti, ma sempre più anche rispetto alla Cina". Così il direttore dell'Institute for European Policymaking all'Università Bocconi di Milano, Daniel Gros, presentando il rapporto 'EU Innovation Policy - How to Escape the Middle Technology Trap?'.
"L'industria investe meno dei suoi concorrenti in R&D. La differenza non riguarda tanto i governi, quanto il settore privato" ha spiegato l'economista, evidenziando come i governi spendono sia negli Stati Uniti che in Ue circa lo 0,7% del Pil, ma "se si guarda al settore privato, negli Stati Uniti è il 2,3% e le società in Ue ne spendono solo la metà". Il problema non riguarda tuttavia solo il livello di spesa, ma la sua struttura. Secondo il rapporto, nel 2003 Mercedes-Benz, Siemens e Volkswagen erano le tre aziende europee che spendevano di più in R&D, e a vent'anni di distanza, sono ancora Mercedes-Benz, Volkswagen e Bosch a farlo.
"In Europa - ha osservato Gros - ci si è concentrati sui settori a tecnologia media, per questo sosteniamo che l'Ue è in una trappola della tecnologia media". "L'Ue è molto indietro in settori classificati come settori ad alta tecnologia come il software, l'IA, la ricerca farmaceutica, la biotecnologia e così via" ha aggiunto, specificando che l'altro elemento mancante in Europa sono le start up. "Ci sono dei buoni esempi, ma niente in confronto a ciò che vediamo negli Stati Uniti".
Il rapporto, curato da Gros insieme al premio Nobel Jean Tirole della Toulouse School of Economics e al presidente dell'Ifo Institute, Clemens Fuest, si concentra quindi sui programmi Ue esistenti per promuovere l'innovazione, soprattutto su quelli realizzati sotto la guida del Consiglio europeo per l'innovazione (Eic). Secondo gli autori, l'Eic dovrebbe essere rimodellato sulla falsariga delle agenzie Arpa statunitensi. In questo modo, i comitati sarebbero composti da un maggior numero di scienziati e da un minor numero di funzionari pubblici. Rispetto agli Stati Uniti, i processi di candidatura e selezione dell'Ue sono estremamente burocratici e soggetti a una serie di regole rigide e complicate.
Di conseguenza, attualmente in Europa si promuovono troppo poche innovazioni rivoluzionarie e i finanziamenti sono troppo concentrati sul rimedio alle imperfezioni del mercato dei capitali per le piccole e medie imprese. Si potrebbero infine stanziare più fondi riassegnando la maggior parte del bilancio dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia, che finora, secondo gli esperti, sembra aver ottenuto scarsi risultati.
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