(di Michele Esposito) - BRUXELLES, 26 MAG - Destre e estreme destre unite per sovvertire la maggioranza Ursula ed escludere i socialisti dai posti di comando nell'Ue. Marine Le Pen certifica che dopo la kermesse a Madrid ospitata da Vox i rapporti con Giorgia Meloni sono nettamente migliorati e avanza una proposta che potrebbe stravolgere gli equilibri dell'Eurocamera.
L'abbraccio alle destre, e anche a Fdi, si è fatto più tiepido.
"Chi non rispetta i diritti non è pro-Europa", è l'avvertimento lanciato dalla presidente della Commissione uscente.
A due settimane dal voto i contorni delle eventuali nuove maggioranze cominciano ad avere qualche indizio. Von der Leyen e il Ppe non hanno alcuna intenzione di rivolgersi, dopo le urne, direttamente ai conservatori e alle destre lasciando da parte i Socialisti. E non ne avrebbero neanche la forza visto che servirebbe comunque il sostegno dei liberali guidati da Emmanuel Macron. Un sostegno oggi appare utopico. Dall'altra parte, sull'onda dei sondaggi che danno le destre un po' ovunque in ascesa, Marine Le Pen ha cominciato a muoversi. Ha prima - con il convinto placet della Lega di Matteo Salvini - espulso i tedeschi dell'AfD dal gruppo di Identità e Democrazia. E ora accarezza l'idea di unire Id con il gruppo dei Conservatori e Riformisti, destinato a essere dominato da Fdi. "Siamo d'accordo sulle questioni essenziali, tra le quali c'è il riprendere controllo dei nostri rispettivi Paesi, non lasciamoci sfuggire quest'occasione", ha spiegato in un'intervista al Corsera la leader del Rassemblement National delineando una maggioranza spostata a destra e senza von der Leyen alla Commissione: "Lei sa che il suo tempo è finito e cerca di comprare i voti. Noi non la voteremo mai".
L'offerta di Le Pen, tuttavia, potrebbe creare più di un grattacapo a Meloni. Ospite di 'In mezz'ora', la premier di fatto non ha chiuso ad una maggioranza con le altre destre, rimarcando peròo che "mai" sarà alletata con la sinistra. Non ha però accennato all'ipotesi di un unico gruppo tra Id e Ecr, mantenendo la linea delle ultime settimane: tenersi le mani libere fino al voto. Ma più il dialogo tra Fdi e le estreme destre si infittisce più si allontana l'eventuale collaborazione con il Ppe nel nome di von der Leyen.
Rispondendo alla radio tedesca Deutschlandfunk, che citava le accuse a Meloni "di controllare i media e togliere diritti alle persone Lgbt", la presidente della Commissione uscente ha sottolineato che "questo non è pro-europeo "e ha rimarcato che "i populisti di destra sono chiaramente anti-europei". E' tornata ad escludere qualsiasi dialogo con Le Pen e AfD ma non si è esposta sulla premier italiana. Anche il leader del Ppe Manfred Weber, dalle pagine del Messaggero, si è limitato ad un appello a votare FI "se volete una politica di centro-destra forte in Europa". Chi, nei riguardi di Meloni, si è esposto eccome, è stato il candidato dei Socialisti, Nicolas Schmit: "Lei è furba, viene a Bruxelles e si comporta bene ma non ha rinunciato alla sua strategia di trasformare l'Italia in uno Stato autoritario", è stato il suo attacco.