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Budapest fa muro sull'erogazione dei fondi Ue per le armi a Kiev

Al Cae permane veto di Orban sull'uso degli asset immobilizzati

Budapest fa muro sull'erogazione dei fondi Ue per le armi a Kiev

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Ungheria, a quanto si apprende da fonti europee, prosegue nel veto sull'uso degli asset immobilizzati russi per gli aiuti militari all'Ucraina. Il dossier è sul tavolo del Consiglio Affari Esteri e Budapest, al momento, non ha cambiato la sua linea sfruttando la complessità della misura. Nei giorni scorsi, infatti, l'Ue ha trovato l'accordo sull'uso degli asset russi immobilizzati con la creazione di un Fondo di assistenza a Kiev all'interno dell'European Peace Facility. Al Fondo di assistenza, dedicato agli aiuti militari, l'Ue aveva concordato di destinare poco meno di 8 miliardi. Viktor Orban era stato convinto a dare il placet all'accordo di principio con un escamotage che lo liberava da qualsiasi partecipazione all'ri-utilizzo degli asset immobilizzati russi per le forniture militari all'Ucraina. A mancare tuttavia è il sì di Budapest al trasferimento delle risorse dall'European Peace Facility a Kiev. Il veto ungherese permane anche sull'erogazione dell'ottava tranche. Nel corso della riunione dei ministri diversi, spiegano le stesse fonti, diversi rappresentanti dei Paesi membri sono intervenuti sottolineando la "crescente frustazione" per l'atteggiamento dell'Ungheria.

Budapest è finita "per la prima volta" nel mirino degli altri ministri degli Esteri, nel corso del Consiglio a Bruxelles, in seguito alla sua strategia di "ostruzione" su molti dossier di politica estera, compreso Gaza, la Georgia e l'Armenia, oltre che l'Ucraina. "La posizione ungherese sta diventando apertamente pro-russa, non si può più parlare di approccio transazionale", spiega all'ANSA una fonte bene informata. L'Ungheria, tra le altre cose, sta infatti bloccando la possibilità di usare le risorse del Fondo per l'Ucraina, parte dell'EPF. "Serve trovare una soluzione pratica", continua la fonte.

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