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>>>ANSA/Von der Leyen punta al sì dei 27 lunedì, i Verdi aprono

Faccia a faccia con Macron. L'aiuto esterno di Fdi non è escluso

Redazione Ansa

(di Michele Esposito) (ANSA) - BRUXELLES, 12 GIU - Un primo accordo politico nella cena dei 27 di lunedì a Bruxelles. Poi la blindatura della maggioranza prima del voto all'Eurocamera del 18 luglio. Il cronoprogramma che Ursula von der Leyen ha in mente per la sua conferma alla presidenza della Commissione dice molto della fiducia che la Spitzenkandidat ripone nell'esito della sua partita più difficile. Una fiducia che si basa su un punto, innanzitutto: nel Ppe non c'è alcun altro nome oltre a quello di Ursula. Tradotto: bocciando von der Leyen si innescherebbe una furiosa reazione dei Popolari, ovvero dei vincitori delle Europee. E nessuno, tra i partiti filo-Ue, ha interesse a farlo.
    Von der Leyen e Manfred Weber stanno procedendo a tappe.
    Nella mattinata di mercoledì hanno dapprima riunito gli eurodeputati del Ppe, provando a massimizzare la compattezza del gruppo. Il pericolo franchi tiratori esiste, quanto è accaduto al Congresso di Bucarest (dove l'atteso plebiscito per Ursula, nel segreto dell'urna, evaporò), è stato un campanello d'allarme. Il caos in cui versano Le Republicains francesi e i distinguo già anticipati dalla delegazione slovena rafforzano la convinzione di chi, nel computo totale dei sì alla presidente uscente, ha già scorporato un 15%. Ai suoi colleghi di partito von der Leyen ha ribadito un punto: "I negoziati inizieranno dalla maggioranza Ppe-Socialisti-Renew, non è sempre stata facile, ma ha funzionato". Dietro le quinte, nel Ppe spiegano di aver avuto ottime sensazioni dai Socialisti - ieri l'incontro tra von der Leyen e la capogruppo Iratxe Garcia Perez - mentre una maggiore confusione si registra tra i Liberali, ancora scottati dalla debacle alle Europee.
    Chi invece ha nettamente aperto al sostegno a von der Leyen sono stati i Verdi. "Siamo disponibili ma solo se entreremo nella coalizione", ha sottolineato Bas Eickout al termine della riunione del gruppo. Ponendo un punto in realtà non marginale sul tavolo del Ppe. Lo schema di Weber, infatti, prevede un accordo formale solo con S&D e Liberali e il sostegno esterno di "altre forze filo-Ue, filo-Ucraina e pro-Stato di diritto".
    Categoria che, nella strategia popolare, include certamente i Verdi e non esclude Giorgia Meloni. Il tema, per Weber e von der Leyen, è che allargare troppo ai pasdaran del Green Deal irriterebbe più di un membro dei Ppe. E aprire a Meloni in via ufficiale farebbe crollare il sostegno di S&D e Liberali.
    Anche per questo, nel quartiere generale del Ppe, ci si vuole muovere con prudenza. Blindando prima il sì dei leader e parallelamente, aumentando numericamente il gruppo. Non è un caso che, prima di volare in Puglia, von der Leyen abbia visto a Parigi uno dei leader che, prima della debacle delle Europee, erano più scettici sul suo bis, Emmanuel Macron. Alla cena di lunedì von der Leyen punta ad un'intesa politica almeno sul Cencelli comunitario: Commissione e Eurocamera al Ppe, Consiglio europeo ai Socialisti, ruolo di Alto Rappresentante ai Liberali.
    I nomi lanciati dal Ppe, non si toccano. Su quelli degli altri due partiti, dai leader Popolari non saranno dati assegni in bianco. Il Ppe, se la trattativa su Ursula si complica, potrebbe alzare la posta. La nomina del portoghese Antonio Costa come successore di Charles Michel non viene ad esempio data per scontata, tanto che continuano a circolare delle alternative, come la premier Mette Frederiksen o Enrico Letta. Entrambi, nel centrodestra europeo, avrebbero forse maggior supporto rispetto all'ex premier portoghese, considerato un profilo più di sinistra. E per il post Borrell la favorita resta l'estone Kaja Kallas ma anche la belga Wilmets o il lussemburghese Bettel non sono da escludere. Sui nomi la trattativa dovrebbe entrare nel vivo nella seconda parte di giugno, fino al Consiglio europeo del 27-28.
    Nel frattempo martedì il Ppe ufficializzerà l'ingresso dei nuovi eurodeputati singoli e accelererà su quello delle neo-delegazioni arrivate in Ue: quella dei liberali danesi, il partito degli agricoltori olandese e il partito d'opposizione ungherese guidato da Petrer Magyar. Venerdì Weber volerà a Budapest per incontrare il leader di Tisza. Sarà un messaggio simbolico per Viktor Orban ma un avviso ai naviganti sulla forza parlamentare del Ppe. (ANSA).
   

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