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>>>ANSA/ Draghi sprona l'Ue, 'più crescita e più cooperazione'

Arriva il report di Supermario mentre Bruxelles decide i top job

Redazione Ansa

(di Michele Esposito) (ANSA) - BRUXELLES, 14 GIU - L'Europa si può salvare crescendo meglio e più rapidamente. Portando i suoi Stati membri ad una cooperazione mai vista prima. Il bivio è alle porte, prendere la strada giusta non è semplice ma non è neppure impossibile. Dall'Estremadura, la più remota regione di Spagna, arriva l'ultimo monito di Mario Draghi prima che il suo report sulla competitività prenda definitivamente forma. Arriva in occasione del conferimento all'ex premier italiano del premio Europeo Carlos V. Arriva mentre i 27 si preparano alla cena informale di lunedì quando, dopo settimane di indiscrezioni, metteranno sul tavolo il tris dei top job Ue. Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas sono le carte indicate come vincenti. Ma i giochi non sono ancora chiusi, neanche per SuperMario.
    Al termine della cerimonia, interpellato sull'intenzione di tornare in campo con un nuovo 'whatever it takes', Draghi ha usato una prudenza d'ordinanza, spiegando che l'Europa si salva da sola, "la salvano i cittadini". Il suo nome porta la notevole zavorra di non appartenere a nessuna famiglia politica.
    Affidargli le redini dell'Ue significherebbe portare ai vertici il traghettatore più illustre. Per questo la casella più adeguata sarebbe quella del Consiglio europeo, che va rinnovata dopo due anni e mezzo. L'opzione Draghi prenderebbe forma se ci fosse un clamoroso impasse nella partita dei top job. Uno stallo che, al momento, appare lontano: von der Leyen, spinta dai risultati delle Europee e dalle debolezze politiche di molti leader viaggia verso il bis, nonostante permanga il rebus dell'appoggio di Giorgia Meloni.
    Già, perché prima del voto all'Eurocamera, la premier italiana dovrà di sì o no ad Ursula al tavolo di lunedì sera.
    Per l'approvazione serve la maggioranza qualificata. Il formarsi della necessaria minoranza di blocco, anche con il veto di Roma, appare al momento improbabile. Certo, la ricetta economica e commerciale che Draghi ha enunciato nel Monastero di San Jeronimo de Yuste ha alcuni punti in comune con quella dell'Eliseo. Ed è noto che l'opzione Draghi piaccia soprattutto a Emmanuel Macron sin dal punto in cui sottolinea "i benefici" che verrebbero da nuovi finanziamenti comuni europei. Il discorso dell'ex numero uno della Bce, inoltre, ha idealmente anticipato il report sulla competitività che ormai è in via di ultimazione. Conta già oltre 400 pagine e potrebbe essere pubblicato nella seconda metà di luglio, ovvero dopo - secondo le previsioni più ottimistiche - il voto della Plenaria su von der Leyen.
    Al di là della partita dei top job, l'intervento di Draghi è tornato a spronare l'Europa ponendo di fronte innanzitutto ad una realtà: Cina e Stati Uniti corrono, il Vecchio Continente no. Il contesto geopolitico di amichevole stabilità, che era alla base della strategia economica comunitaria, non esiste più.
    "Non vogliamo diventare protezionisti ma non possiamo rimanere passivi se le azioni degli altri minacciano la nostra prosperità", ha spiegato l'ex premier italiano, secondo il quale il primo scatto di Bruxelles dovrebbe portare ad "un vero mercato unico energetico, con un netto disaccoppiamento tra i prezzi delle rinnovabili e quelli, più alti e volatili dei combustibili fossili". Difesa e Welfare sono gli altri due pilastri della rinascita dell'Ue targata Draghi. "Il mantenimento di alti livelli di protezione sociale e di ridistribuzione non è negoziabile", ha rimarcato.
    Da un punto di vista commerciale l'Ue deve riprendere la ricerca del multilateralismo perduto, incoraggiare gli investimenti esteri diretti, usare dazi e tariffe laddove ci sono "ingiusti vantaggi" creati dai competitor mondiali, Cina inclusa. Ricerca e innovazione, ha puntualizzato Draghi, devono essere "priorità collettive" a fronte di un gap allarmante rispetto agli investimenti nel settore degli Usa. Il lungo applauso della platea - presenti tra gli altri Josep Borrell, il re Felipe, il vice presidente della Bce - ha concluso l'intervento di Draghi. Il suo report, spiega chi ha avuto modo di farsi un'idea dei suoi contenuti, sarà fondamentale per l'agenda della futura Commissione Ue. (ANSA).
   

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