(di Mattia Bernardo Bagnoli)
(ANSA) - BRUXELLES, 02 LUG - Il nuovo primo ministro
olandese, il 67enne Dick Schoof, ha giurato nelle mani del re
Willem-Alexander e così il governo di coalizione a trazione
sovranista è finalmente entrato in carica, dopo nove mesi di
estenuanti trattative tra i quattro partiti disposti a trovare
un'intesa. Ovvero il Pvv di Geert Wilders, il liberale Vvd
dell'ormai ex premier (ed ex leader) Mark Rutte, l'Ncs
dell'outsider Pieter Omtzigt e infine il BBB, il partito degli
agricoltori.
Certo, il Pvv di Wilders è senz'altro il più scalmanato dei
quattro sul tema, con promesse elettorali estremiste e a tratti
apertamente xenofobe. Ma pure gli altri non scherzano, quanto a
fermezza, e la direzione è chiara: è in arrivo un giro di vite
sull'accoglienza, da capire quanto in linea con i valori in voga
a Bruxelles. Il programma di governo concordato dai quattro non
a caso afferma di voler puntare al "regime di asilo più severo
di sempre", compresa "una clausola di opt-out per le politiche
europee in materia di asilo e migrazione" da presentare "al più
presto" alla Commissione Europea. Che all'epoca si era
trincerata dietro imbarazzati "commentiamo solo proposte di
legge di autorità in carica".
Bene. Quel momento potrebbe arrivare molto presto, dato che
il dicastero alla migrazione lo ha preso proprio il Pvv con la
64enne Marjolein Faber, nota per aver sostenuto le teorie
cospirazioniste sulla sostituzione dei bianchi in Europa,
sposando persino il termine 'omvolking' usato ai tempi dai
nazisti tedeschi. Faber, nel corso delle audizioni al
Parlamento, ha abiurato, si è scusata, ma si è detta comunque
"molto preoccupata per la traiettoria demografica dell'Olanda".
Gidi Markuzower - israelo-olandese che siede nel Parlamento dal
2017 - avrebbe dovuto d'altra parte ottenere l'incarico ma non
ha superato i controlli effettuati dai servizi segreti.
Insomma, l'inizio promette fuochi d'artificio. Schoof - ex
responsabile degli 007 con un passato nel partito laburista -
dovrà rappresentare l'Olanda all'estero e fare da garante al
programma, affiancato da tre vicepremier: la ministra della
Sanità Fleur Agema per il Pvv, la ministra dell'Ambiente Sophie
Hermans per il Vvd e il ministro del Welfare e del Lavoro Eddy
van Hijum per il Ncs. Tra i ministeri di peso Finanze, Giustizia
e Difesa vanno al Vvd, Interni ed Esteri al partito di Omtzigt
(che comunque ha un passato nella Dc olandese). Al Pvv va poi il
ministero dell'Economia, quello del Commercio estero (ma senza
portafoglio) e dei Trasporti. L'Agricoltura ovviamente al Bbb.
Volendo leggere tra le righe, s'intravede una sorta di cordone
sanitario interno, con Wilders escluso dai dicasteri più
delicati. Resta un fatto: sulla carta l'Olanda è, da oggi,
senz'altro meno europeista dell'epoca Rutte. (ANSA).
>ANSA-FOCUS/Al via in Olanda il governo sovranista di coalizione
L'immigrazione a Wilders, verso la stretta sull'accoglienza