(di Michele Esposito)
(ANSA) - BRUXELLES, 02 LUG - In ascesa un po' dappertutto,
galvanizzate dalla presidenza di turno dell'Ue a guida Viktor
Orban, condannate all'incertezza almeno fino all'8 luglio. Le
destre e i sovranismi europei sono ad un punto di svolta nella
loro collocazione non solo all'Eurocamera ma anche rispetto alle
istituzioni comunitarie.
Il gruppo lanciato da Orban al momento può contare sui cechi
di Ano, sugli austriaci dell'Fpo e sui portoghesi di Chega.
Questi ultimi due, per confluire nei Patrioti, abbandoneranno il
gruppo Id. La Lega, altra componente fondamentale della
formazione sovranista, ha già manifestato il suo entusiasmo nei
confronti dell'iniziativa di Orban ma, ufficialmente, non ha
fatto alcuna mossa. Tutto è rimandato alla riunione costitutiva
di Id fissata per l'8 luglio, ad una manciata di ore dal secondo
turno delle elezioni in Francia. Solo allora Le Pen, che del
gruppo Id è la principale azionista, scioglierà le riserve sul
da farsi. Il Rassemblement National conta 30 eurodeputati: la
sopravvivenza di Id dipende soprattutto da cosa vorranno fare Le
Pen e Jordan Bardella.
Le alternative per i lepenisti, in linea assolutamente
teorica, sono due: restare a capo di Id, con un gruppo
fortemente ridimensionato ma meno estremista rispetto alla
collocazione attuale; oppure unire le destre sotto l'egida dei
Patrioti, in coabitazione con Orban. In questo contesto diversi
sono i dubbi anche sul futuro dei Conservatori di Meloni. La
riunione costitutiva di Ecr si terrà mercoledì, in un incontro
organizzato dagli study days in corso in Sicilia ma con la
partecipazione in ibrido di diversi membri da Bruxelles.
Dirimente sarà la scelta della delegazione del Pis: una parte
dei polacchi è tentata dall'unirsi ai Patrioti, un'altra resta
molto scettica sulla confluenza in un gruppo fortemente critico
sul sostegno all'Ucraina.
L'eco dell'arrivo dei Patrioti non ha scosso solo gli
equilibri delle destre. Il rischio di avere un gruppo di oltre
cento eurodeputati pronto a vender cara la pelle su ogni
provvedimento e con al suo interno, per sei mesi, il presidente
di turno dell'Ue, è ben chiaro anche ai partiti tradizionalmente
europeisti e può avere conseguenze drammatiche sul voto per il
bis di Ursula von der Leyen previsto in Plenaria. La presidente
della Commissione uscente, nella sua ricerca di voti che
controbilancino la trappola dei franchi tiratori, ha già visto i
Verdi. Il gruppo ecologista si è detto soddisfatto
dell'incontro, distinguendo tuttavia gli esiti dell'incontro con
von der Leyen dalle intenzioni dei Popolari. E, riunito a
Cascais per i suoi study days, il Ppe ha partorito un testo
programmatico che guarda soprattutto a destra. Nel documento
viene chiesto infatti di rivedere il regolamento sullo stop ai
motori termici dal 2035 e viene lanciato "un libro bianco sugli
hub per il rimpatrio nei Paesi terzi" per chi non può tornare
negli Stati d'origine. Viene, inoltre, proposto di estendere i
partenariati con i Paesi terzi, sul modello Tunisia, ai Paesi
sub-sahariani, inclusi quelli fuori dall'orbita occidentale come
il Mali.
E' facile pensare che su temi come il Green Deal o la
migrazione la mediazione che von der Leyen dovrà fare tra Ppe,
Socialisti, Renew ed eventualmente Verdi e meloniani è pressoché
impossibile. Parlando in conferenza stampa con Olaf Scholz, il
premier polacco Donald Tusk ha invitato ad evitare che, dopo i
ballottaggi in Francia ci sia "un terremoto politico in Ue".
Spetterà a von der Leyen, innanzitutto, trovare il bandolo della
matassa da qui al voto cruciale del 18 luglio. (ANSA).
>>>ANSA/ I Patrioti sparigliano le destre in Ue, Ecr al bivio
Le Pen attendista. Hub per i rimpatri nel programma del Ppe