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I popolari a Cascais elencano le priorità, dalla difesa allo stop dei migranti

Il gruppo in Portogallo approverà un documento programmatico

Documento dei popolari: "Hub in Paesi terzi per rimpatriare i migranti"

Redazione Ansa

BRUXELLES -  Sicurezza e difesa, stop all'immigrazione illegale, competitività, tutela dello stile di vita europeo, rafforzamento della democrazia europea nel mondo: sono queste le cinque priorità del documento programmatico che il Ppe riunito a Cascais per gli study days, è chiamato ad approvare nei prossimi giorni in vista anche dei negoziati che Ursula von der Leyen intavolerà con i partiti della maggioranza. Nel comparto della difesa il Ppe insiste sulla creazione di un commissario per la Sicurezza e la Difesa. "L'Europa deve essere in grado di difendersi da sola, sostenendo pienamente una Nato allargata. Contro l'aggressione ingiustificata di Putin, staremo fermamente dalla parte dei nostri amici ucraini, per tutto il tempo necessario. Combatteremo il terrorismo e la criminalità organizzata, proteggendo tutti i cittadini, soprattutto donne e bambini, dalla violenza online e offline", si legge nella bozza del documento. Il Ppe prevede anche il lancio di un piano ad hoc contro gli abusi sui minori e gli abusi online. Sul fronte della migrazione la bozza sottolinea che "dopo la finalizzazione del Patto per l'asilo e la migrazione, è tempo di concentrarsi sulla sua attuazione e di potenziare la dimensione esterna della nostra politica di migrazione e asilo, dando priorità agli accordi con i principali Paesi terzi e rendendo più efficace la nostra politica di rimpatrio".

Sul tema dei rimpatri, "un Libro bianco sugli "hub per il rimpatrio" nei Paesi terzi per le persone soggette a una decisione di rimpatrio e i cui Paesi di origine non le accettano". E' quanto propone il Ppe nel documento programmatico. Il documento propone anche una nuova proposta di direttiva sul rimpatrio e "un nuovo Memorandum d'intesa per un pacchetto di partenariati con Paesi terzi di origine e transito come Mali, Niger, Ciad, Nigeria o Etiopia sul modello dell'accordo Ue-Tunisia o del partenariato strategico e globale tra Egitto e Ue." Rispetto al documento programmatico approvato al Congresso di Bucarest sparisce ogni riferimento al "modello Ruanda" proposto dal governo britannico nei mesi scorsi. Nel testo che sarà discusso in Portogallo, tuttavia, la stretta sulla migrazione, con una particolare attenzione su quella illegale, appare una assoluta priorità. Il testo propone infatti di aumentare il budget e le operazioni da finanziare, comprese le infrastrutture fisiche per proteggere le frontiere esterne dell'Ue nell'ambito dello Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e dei visti". Nel testo i Popolari propongono di "aumentare progressivamente la capacità del corpo permanente di Frontex fino a un numero massimo di 30.000 persone e rafforzare il suo ruolo di guida nei rimpatri (modificando il mandato e il bilancio del personale).

Rivedere il regolamento dell'Ue sulle emissioni di Co2 che dal 2035 vieterà la vendita di auto a combustione interna, diesel e benzina, "per consentire l'uso di carburanti alternativi a zero emissioni oltre il 2035". Il gruppo propone una "strategia per i carburanti sintetici, i biocarburanti (fortemente voluti dall'Italia), e i carburanti a basso contenuto di carbonio, con incentivi e finanziamenti mirati, da affiancare alla strategia dell'Ue per l'idrogeno", si legge. Quanto al Green Deal, il Ppe si impegna "a continuare a realizzarlo" ma trasformarlo in un "Green Growth Deal" per dare più spazio alla crescita e "raggiungere l'obiettivo di riduzione delle emissioni di Co2 del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, rafforzando al contempo la competitività dell'Ue e garantendo la neutralità tecnologica".

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