(di Michele Esposito)
(ANSA) - BRUXELLES, 08 LUG - Contro la Commissione, contro un
super-Stato europeo, contro, o quasi, il sostegno militare
all'Ucraina: a Bruxelles è arrivato il momento dei Patrioti per
l'Europa, il nuovo gruppo lanciato da Viktor Orban che, in meno
di un mese, ha raccolto 84 eurodeputati di 12 Paesi diversi. Il
D-Day per l'inizio della loro avventura era stato fissato per
l'8 luglio, a poche ore dalla possibile vittoria di Marine Le
Pen in Francia.
Nelle destre europee i Patrioti hanno innescato un terremoto.
Negli ultimi giorni le adesioni si sono moltiplicate. L'ultima a
dire sì è stata Le Pen. "Ma il Rassemblement lavorava da tempo
al progetto, abbiamo atteso solo le elezioni", ha assicurato
l'eurodeputato Jean-Paul Garraud. La delegazione, con i suoi 30
eletti, è l'azionista di maggioranza dei Patrioti, seguita dagli
11 eurodeputati di Fidesz e dagli 8 della Lega. Al gruppo hanno
aderito gli eurodeputati di Ano, guidati dal ceco Andrej Babis,
l'Fpo austriaco, gli spagnoli di Vox e i sovranisti olandesi del
Pvv. A completare la famiglia, i belgi del Vlaams Belang, i
portoghesi di Chega, il Partito del Popolo danese, i cechi di
Giuramento e Automobilisti e i sovranisti di Prima la Lettonia.
L'orbaniana Kinga Gal è stata eletta prima vicepresidente. Nella
squadra dei vice c'è anche il campione delle preferenze della
Lega, Roberto Vannacci.
"I Patrioti rappresentano la speranza per milioni di
cittadini nelle Nazioni europee"; ha sottolineato Bardella. Il
programma del gruppo è piuttosto lineare: tornare a un'Europa
intergovernativa, con un estesa gamma di dossier nell'esclusiva
competenza dei singoli Stati. A cominciare da due temi chiavi
del prossimo quinquennio, quello della difesa e quello della
migrazione, in merito alla quale si chiede di smantellare il
Patto firmato dai 27 nei mesi scorsi. "Noi non siamo per
un'alternativa all'Europa ma per un'alternativa europea", hanno
sottolineato i Patrioti nel corso di un'affollata conferenza
stampa, all'Eurocamera di Bruxelles.
Un incontro nel corso del quale, con evidente esitazione,
gli eurodeputati sovranisti hanno risposto alle domande dei
giornalisti sulla loro posizione sull'Ucraina. L'impressione, è
che nel gruppo ci siano sensibilità diverse. Fidesz non è
intervenuto mentre gli olandesi del Pvv hanno nettamente
sottolineato il loro sostegno a Kiev benché al tempo stesso "si
debba lavorare per la pace". "Noi condanniamo gli attacchi russi
ma non vogliamo una escalation", ha puntualizzato il lepenista
Garraud.
L'impatto dei Patrioti sul Pe non si farà attendere anche
perché, nei primi sei mesi, il gruppo potrà contare sulla sponda
dell'Ungheria, presidente di turno dell'Ue. Nei loro confronti,
tuttavia, i filo-Ue non abbasseranno di un centimetro il cordone
sanitario. Il gruppo punta - e chiederà - incarichi di vertice
all'Eurocamera, forte dei suoi numeri. Difficilmente li otterrà.
Eppure i Patrioti assicurano che potrebbero aumentare ancora,
attingendo magari ai Conservatori di Meloni. "Un'adesione dei
polacchi del Pis? L'impressione è quella", ha sottolineato
Garraud precisando che "con Meloni i ponti non sono stati
tagliati, le cose evolvono". Il mancato matrimonio di Fdi con i
Patrioti, ha spiegato, è dovuto a "considerazioni da fare in
ciascuno dei due Paesi". Come dire: Meloni, da premier italiana,
ha scelto una strada diversa. Una strada che potrebbe portarla a
votare Ursula von der Leyen ottenendo, non solo un commissario
di peso, ma anche incarichi apicali all'Eurocamera. Decisivo
sarà l'incontro dei Conservatori con la presidente della
Commissione, previsto in settimana e possibile già nelle
prossime ore. Il tema è che, allo stesso tempo, Fdi deve tenere
le redini di un gruppo che appare ancora poco stabile e diviso
tra una frangia più anti.-Ue e una come quella dei cechi di Petr
Fiala, sempre più vicina al Ppe. (ANSA).
>>>ANSA/ Nascono i Patrioti, alla guida Bardella e Vannacci
Terzo gruppo al Pe, superata Ecr. Ma i filo-Ue li emargineranno