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Lettera di alcuni eurodeputati: "I codici di condotta tengano conto dell'opinione di società civile, esperti e imprese"

Appello per un "processo inclusivo"

Lettera di alcuni eurodeputati: "I codici di condotta tengano conto dell'opinione di società civile,

Redazione Ansa

BRUXELLES - L'Ufficio europeo per l'intelligenza artificiale (Ia), istituito in seno alla Commissione Ue, coinvolga la società civile, il mondo accademico e delle imprese nella stesura dei codici di condotta per l'operatività dei requisiti per i modelli che perseguono scopi generali (Gpai) e per i modelli a rischio sistemico.

Questa la richiesta contenuta in una lettera firmata da un gruppo di eurodeputati, tra cui il relatore della legge europea sull'Ia, Brando Benifei, a poche settimane dall'entrata in vigore del nuovo regolamento Ue in materia. L'AI Act detta degli obblighi per i fornitori di modelli Gpai e affida all'Ufficio europeo per l'IA il compito di applicare e supervisionare le nuove regole per tali modelli, con il potere di richiedere documentazione, condurre valutazioni dei modelli, indagare sulle segnalazioni e chiedere ai fornitori di adottare misure correttive.

In particolare, i modelli Gpai che non presentano rischi sistemici saranno soggetti ad alcuni requisiti limitati, ad esempio in materia di trasparenza, gli altri invece dovranno rispettare regole più severe. Nella lettera, gli eurodeputati sottolineano il ruolo che può svolgere l'Ufficio nell'"influenzare la governance globale dell'IA" con la stesura dei codici di condotta per i modelli Gpai ed esprimono preoccupazione per il fatto che la Commissione intenda "inizialmente coinvolgere solo i fornitori di modelli Gpai interessati con il rischio di consentire loro di fatto di definire da soli le pratiche concrete".

Gli europarlamentari sostengono che questo "approccio unilaterale" potrebbe "compromettere lo sviluppo di un codice di condotta solido e influente a livello globale" e suggeriscono quindi "un processo inclusivo" che coinvolga "diverse voci provenienti da imprese, società civile, mondo accademico e altre parti interessate". "Consentire alle aziende che dominano il mercato di influenzare questo processo in modo isolato rischia di creare una prospettiva ristretta e miope, contraria ai nostri obiettivi per il modello Ue di sviluppo dell'Ia", osservano. 

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