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"Nessun ruolo all'Eurocamera". I filo-Ue escludono i Patrioti

Von der Leyen: "Voglio dialogare con tutti ma non con loro"

"Nessun ruolo al Pe". I filo-Ue escludono i Patrioti

Redazione Ansa

BRUXELLES - Nessun ruolo all'Eurocamera, nessun dialogo, nessuna apertura. I partiti europeisti, ad una manciata d'ore dalla nascita dei Patrioti per l'Europa, hanno confermato quanto lo stesso gruppo orbaniano aveva previsto: il cordone sanitario nei loro confronti resterà solidissimo. Ursula von der Leyen, incontrando Ppe e Socialisti, ha ribadito che non ci sarà alcun dialogo con i sovranisti. In più, ha assicurato che, se pur fosse invitata, non li incontrerebbe neppure. La linea rossa dei filo-Ue si estende anche al nascente gruppo 'Europa delle nazioni sovrane' che dovrebbe prender forma sotto l'egida dei tedeschi di AfD. E per entrambi non ci sarà alcun ruolo apicale al Parlamento: "Chi è contro l'Ue non può rappresentarla", è stato il muro eretto da Manfred Weber. Nelle riunione del Ppe con von der Leyen il dossier Orban è stato centrale.

Tra i Popolari rifiutano perfino di chiamarli Patrioti. I viaggi a Mosca e Pechino del premier Viktor Orban potrebbero avere conseguenze non solo a livello di Consiglio Ue ma anche all'Eurocamera. Di fronte all'onda sovranista, forse un po' in ritardo, i gruppi filo-Ue stanno correndo ai ripari. Anche perché i Patrioti, con 84 eletti, sono il terzo gruppo dell'emiciclo. E a rafforzare il fronte sovranista ci sarebbe anche il neo gruppo targato AfD. Si tratterebbe di una formazione di una trentina di eurodeputati, tra i quali i polacchi di Konfederacja, i cechi dell'Spd di Tomio Okamura, il partito di estrema destra greco Niki, i bulgari di Revival, la mina vagante iberica 'Se acabò la fiesta' e Sarah Knafo, unica eurodeputata superstite di Reconquete dopo la frattura tra Marion Marechal e Eric Zemmour.

In dubbio, invece, l'adesione di Sos Romania: i loro legami con Mosca sono ritenuti eccessivi perfino da AfD. Lo spostamento a destra dell'Assemblea agevola, indirettamente, i Conservatori e Riformisti di Giorgia Meloni. Von der Leyen li vedrà, anche se l'appuntamento ufficiale non è ancora fissato in agenda. Una parte dei Popolari, Forza Italia in testa, continua a spingere per una netta apertura ad una parte di Ecr, in primis a Meloni. Von der Leyen per ora non si è sbottonata ma è consapevole che i 24 voti dei meloniani sono un ottimo palliativo per le trappole dei franchi tiratori.

Discorso a suo modo simile per l'altro possibile sostenitore esterno alla triade Ppe-S&D-Renew, i Verdi. Diverse delegazioni del Ppe non vogliono il loro ingresso in maggioranza, chiesto invece dai Socialisti. Un nuovo incontro tra von der Leyen e il gruppo ecologista servirà anche a chiarire le richieste di questi ultimi. Diverse, invece, sono state le priorità recapitate dal gruppo S&D in una riunione con von der Leyen molto densa, durata oltre due ore. Green Deal, uguaglianza di genere e attenzione ai temi sociali sono alcune delle richieste avanzate da Iratxe Garcia Perez. Con una novità: un commissario Ue ad hoc per le Politiche abitative.

Gli S&d hanno anche ribadito il niet all'alleanza con l'estrema destra: sarà il Ppe, viene spiegato, a prendersi l'eventuale responsabilità di aprire a Ecr. Il cordone sanitario sui Patrioti non si è abbassato neppure nella distribuzione delle presidenze di commissione. Ai sovranisti il metodo d'Hondt ha assegnato due commissioni. Entrambe saranno redistribuite. Il Ppe ha ottenuto sette 'committees', tra i quali la commissione Affari Esteri e quella Industria. Cinque le commissioni assegnate ai Socialisti, tra le quali Ambiente ed Affari Economici. Tre le presidenze incassate da Renew, due dai Verdi, una dal gruppo The Left, che von der Leyen vedrà lunedì. Ecr ha ottenuto infine due commissioni: Budget e inizialmente Libertà Civili e Giustizia (Libe), che si occupa anche di migranti. S&D e Renew hanno però protestato con veemenza: alla fine la commissione Libe è passata al Ppe. A Ecr, nello scambio, dovrebbe andare quella Agricoltura. Ma una parte dei Popolari preferirebbe sacrificare quella Affari Costituzionali.

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