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Vestager, 'nessuna decisione politica su Ita-Lufthansa'

La commissaria europea difende una scelta 'a prova di ricorso'

Vestager: "Su Ita-Lufthansa nessuna decisione politica"

Redazione Ansa

Nessun favore: né a Roma, né a Berlino, né tantomeno alla sua capa Ursula von der Leyen. Nel giorno del fatidico sì alle nozze tra Ita e Lufthansa Margrethe Vestager si trovava a Singapore per una missione lontana da Bruxelles già programmata da tempo. Una settimana più tardi però per la zarina della concorrenza Ue è arrivato il tempo di presentarsi davanti alla stampa e respingere le "continue accuse" che le sono piovute addosso: il via libera "non è stato politico" e nessuno ha il diritto di "insinuarlo". Come la scuola antitrust impartisce, ha scandito, si è trattato di una decisione "a prova di ricorso" a dispetto di un dossier complicato e sensibile nel bel mezzo della campagna per le Europee: a tutela dell'equilibrio dei cieli e, soprattutto, "dei passeggeri".

Il 3 luglio, nel suo unico commento distribuito con una nota stampa sul lieto fine del tormentato negoziato che per mesi l'ha vista nello scomodo ruolo di protagonista - tra le pressioni di Francoforte e le stoccate di Roma -, la vicepresidente della Commissione europea non si era discostata dall'aplomb che l'ha contraddistinta nei suoi dieci anni ai vertici Ue. E otto giorni più tardi, davanti alla salva di domande dei cronisti, per la sua replica Vestager si è rifatta ancora una volta ai precetti della concorrenza. A illustrare una decisione che, ha assicurato, sarà ancora più chiara una volta che il caso antitrust non sarà più coperto da confidenzialità. Dinnanzi al rischio di monopoli di Ita e Lufthansa sulle rotte problematiche "è nostro obbligo garantire che i consumatori abbiano ancora scelta" e, ha evidenziato però questa volta la 56enne ex vicepremier danese, "non c'è spazio per essere politici al riguardo".

Nemmeno in circostanze delicate come la campagna elettorale che ha accompagnato le fasi cruciali dei colloqui, con il rebus dell'appoggio di Roma al bis di Ursula von der Leyen a stagliarsi sullo sfondo. "Anche se avessi voluto prendere una decisione politica, come sarebbe stata percepita? Se avessi detto: 'Ok, penso che approvare l'operazione aiuterebbe la presidente a ottenere il sostegno dell'Italia', il Parlamento europeo ne sarebbe stato furioso. E questo avrebbe potuto comportare problemi giganteschi" a von der Leyen, ha replicato con tono deciso la commissaria Ue, negando ogni tipo di ingerenza.

Bruxelles aveva del resto espresso le sue preoccupazioni sull'acquisizione della newco tricolore da parte della compagnia guidata da Carsten Spohr, attirandosi in più di un'occasione gli strali incrociati - e oggi diametralmente opposti alle critiche della stampa - italo-tedeschi. Al punto che - al paventarsi di una bocciatura durante i momenti più neri delle trattative - il vicepremier Matteo Salvini aveva parlato di "atto ostile nei confronti dell'Italia". Qualunque sia il verdetto finale, dalle parti di Bruxelles un caso antitrust "non finisce mai quando la decisione è presa", è stata l'osservazione di Vestager, sottolineando che la sua squadra lavora contemplando sempre anche l'infausto scenario che le decisioni possano "essere contestate, come accade spesso" davanti alla Corte di giustizia europea: l'impegno allora, ha assicurato, è lavorare ispirandosi soltanto alla "giurisprudenza"

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