Rubriche

Jourova, monitoriamo libertà di stampa nell'Unione, pure in Italia

In risposta agli attivisti di Emi

Jourova, monitoriamo libertà di stampa nell'Unione, pure in Italia

Redazione Ansa

BRUXELLES - "La Commissione Europea continuerà a monitorare la situazione sulla libertà di stampa e il pluralismo in tutti gli Stati membri, compresa l'Italia, in particolare nel contesto della preparazione del rapporto annuale sullo Stato di diritto". Lo scrive la vicepresidente dell'esecutivo Ue Vera Jourova, con delega ai valori democratici e alla trasparenza, rispondendo alla lettera dello European Movement International (Emi) - illustre associazione pro-Ue fondata nel 1947 - in cui si chiedeva, lo scorso maggio, "un'indagine sui tentativi del governo italiano di far pressione sui media e sull'informazione pubblica".  

L'Emi, pur ringraziando Jourova, in una nuova missiva, pubblicata sul sito dell'organizzazione, denuncia che "la situazione dei giornalisti e dei media in Italia è peggiorata nelle ultime settimane" e che "l'ingerenza del governo nella Rai è cresciuta costantemente, minandone ulteriormente la sua indipendenza" e torna a chiedere un'indagine, in linea con gli standard dell'European Media Freedom Act e con i valori fondamentali dell'Ue sanciti dall'articolo 2 del Trattato sull'Unione Europea. Secondo l'Emi, che viene affiancato dalla Federazione Nazionale dei Giornalisti Italiani (FNSI), dalla Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) e dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ), la pressione sulla Rai è culminata con la chiusura del programma "Chesarà..." condotto da Serena Bortone, la giornalista "che ha sfidato l'intervento editoriale e ha letto il discorso antifascista di Antonio Scurati nel giorno della Liberazione". Allo stesso tempo, si legge ancora nella missiva, "la Commissione ha ritardato la pubblicazione del Rapporto annuale sullo Stato di diritto, che speravamo avrebbe acceso i riflettori sugli attacchi del governo italiano alla libertà dei media nel Paese: la decisione di ritardare la pubblicazione del Rapporto fino a dopo il voto del Parlamento Europeo per il Presidente della Commissione europea è un ulteriore motivo di preoccupazione".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it