(di Mattia Bernardo Bagnoli)
(ANSA) - BRUXELLES, 15 LUG - Ormai è diventato il
tormentone-Orban, ogni giorno porta uno sgambetto. L'ultima
viene dal direttore dell'ufficio politico del premier ungherese,
Balazs Orban (stesso cognome, nulla più).
"Ora si tratta di convincere i Paesi dell'Ue del nostro piano di
pace", ha aggiunto senza mezzi termini. E pazienza se nessuno
gliel'ha chiesto.
C'è dunque un piano-Orban per la pace? E chi lo sa. A domanda
precisa, la Commissione afferma di "non avere traccia" delle
lettere di Orban e il Servizio per l'Azione Esterna, ovvero il
ministero degli Esteri dell'Ue, si tira fuori dalla mischia
(siamo "al livello dei leader"). Ma da Budapest insistono. La
missiva c'è, è stata inviata a Charles Michel "per la sua
considerazione" e si tratta - dice un portavoce del ministero
degli Affari Europei - di "un rapporto finale" sulle missioni di
pace. Al Consiglio Europeo, dopo un primo "no comment", alla
fine confermano: "Abbiamo il rapporto", dice la portavoce di
Michel all'ANSA, ma nessuna dichiarazione sui "dettagli".
Insomma, mistero per non dire giallo. E si capisce perché. Le
relazioni tra Bruxelles e Budapest sono ai ferri corti. La
Commissione Europea ha ufficialmente annunciato che "non
invierà" commissari ai Consigli informali in Ungheria e che sarà
rappresentata "a livello di alti funzionari". "La visita del
Collegio alla Presidenza non avrà luogo", scrive inoltre su X il
portavoce di Ursula von der Leyen Eric Mamer.
E' la strategia del boicottaggio, una delle opzioni studiate
per reagire all'Orban scatenato. Ma qui si parla di Commissione.
Cosa faranno invece i Paesi? Manderanno o no i loro ministri? Su
questo la situazione non è ancora chiara. Prosegue invece il
lavoro sotto traccia per sfilare il Consiglio informale
Esteri-Difesa (Gymnich) a Budapest. La decisione è nelle mani
dell'alto rappresentante, Josep Borrell, e sono in corso in
queste ore sondaggi con le varie capitali per quella che viene
descritta come una mossa "simbolica" ma allo stesso tempo "senza
precedenti". Orban (Balazs) sereno rincara la dose. "Siamo
convinti che l'intero periodo di presidenza dell'Ue del nostro
Paese debba essere utilizzato, in termini politici, per creare
le condizioni per i negoziati di pace", ha affermato nel corso
di un'intervista testata Magyar Nemzet. "Se l'Ue non agisce ora,
potrebbe non essere in grado di farlo in seguito: ci sono
diversi attori della politica internazionale con i quali vale la
pena negoziare e incoraggiarli ad agire insieme, quindi ci sono
ancora viaggi e negoziati da fare, siamo nel mezzo di un periodo
molto intenso".
In arrivo, infatti, c'è ad esempio il vertice della Comunità
Politica Europea, previsto in settimana nel Regno Unito. Orban
(Viktor) lo userà per promuovere il 'suo' piano di pace?
"Possibile", nota una fonte Ue. "Forse ci saranno dei bilaterali
sul tema o forse prenderà la parola nella plenaria per
presentare un piano alternativo a quello a cui si è lavorato
finora", aggiunge il funzionario. Il format della Cpe è d'altra
parte volutamente lasco, per permettere ai leader confronti in
libertà sulle più disparate questioni. Lo dimostra il fatto che,
al momento, non siano giunte richieste per modificare la
location del prossimo vertice, ovvero l'Ungheria, presidente di
turno del Consiglio Ue. "La Comunità Politica Europea non è
l'Ue", nota ancora il funzionario riferendosi ai vari piani di
boicottaggio allo studio tra i 26 contro Orban. (ANSA).
>ANSA-FOCUS/ Orban prepara la 'sua' pace, presto altri viaggi
Budapest: 'Inviato rapporto a Michel'. E la Commissione boicotta