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>ANSA-FOCUS/Il caso Orban alla riunione dei ministri Esteri Ue

Tramontata l'ipotesi del boicottaggio del Gymnich in Ungheria

Redazione Ansa

(di Michele Esposito) (ANSA) - BRUXELLES, 21 LUG - Il caso Viktor Orban approda ufficialmente sul tavolo di una riunione di alto livello dei 27.
    La posizione ungherese nelle prime, scoppiettanti battute della sua presidenza di turno sarà infatti al centro del Consiglio Affari Esteri che si riunisce a Bruxelles lunedì, l'ultimo prima dell'estate. L'incontro avrà diversi temi sul tavolo: dall'Ucraina a Israele, dalla Siria alla questione cipriota ma sarà innanzitutto il dossier ungherese a riscaldare gli animi dei convitati.
    L'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, aveva inizialmente scelto una risposta nettissima al viaggio non concordato di Orban a Mosca: boicottare il Consiglio Affari Esteri-Difesa informale di fine agosto convocandone uno parallelo a Bruxelles. Ma le riserve di alcune capitali, a cominciare da Berlino, hanno poi fatto tornare sui propri passi Borrell, che in settimana ha informato le cancellerie europeo che il Gymnich si terrà a Budapest come da programma. La questione non è tuttavia chiusa e sebbene formalmente non in agenda sarà affrontata dai 27 nella riunione di Bruxelles. "Non è un tema all'ordine del giorno ufficiale ma è scontato che qualche ministro lo tirerà fuori. Ci sono già diversi Stati che chiedono di reagire con azioni contro Budapest. E' una questione di forma e di sostanza. Per quanto riguarda la forma, i Trattati sono chiari: la presidenza del Consiglio di turno non rappresenta l'Ue all'esterno. E in alcun momento Orban ha avuto il potere di rappresentare l'Unione e non semplicemente il suo Paese", hanno spiegato fonti europee.
    Nella sostanza, invece, l'Ungheria sul dossier ucraino continua ad avere una posizione disallineata da Bruxelles. E Orban, d'altro canto, non ha smesso di sostenere l'opportunità della sua "missione di pace", che lo ha portato prima a Kiev, poi a Mosca. Il premier ungherese si sta sempre di più presentando come la pedina europea di Donald Trump in vista delle elezioni americane. Qualsiasi decisione dell'Ue sul sostegno a Kiev rischia di sbattere contro il veto ungherese, complicando quindi il fornimento di armi e risorse a favore di Volodymyr Zelensky.
    Ma l'Ucraina non è il solo dossier che vede Budapest come avversario interno di Bruxelles. Venerdì una dichiarazione a 27 stilata per deplorare il voto della Knesset contro la soluzione dei due Stati è stata bloccata proprio dall'Ungheria, che ha una posizione radicalmente pro-Netanyahu. Sul conflitto di Gaza "vogliamo mantenere aperto il dialogo con tutte le parti coinvolte", ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, assieme ad altri Paesi, chiederà all'Ue una revisione della sua strategia sulla Siria. "Il nostro obiettivo è una politica sulla Siria più pragmatica e, proattiva per aumentare l'efficacia della nostra assistenza umanitaria e per creare le condizioni per il ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati siriani", ha sottolineato Tajani. (ANSA).
   

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