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Nell'Ue due terzi delle raccomandazioni sullo stato di diritto sono state soddisfatte

Lo rivela il nuovo rapporto della Commissione europea

Nell'Ue due terzi delle raccomandazioni sullo stato di diritto sono state soddisfatte

Redazione Ansa

BRUXELLES - Sistemi giudiziari, strutture anticorruzione, libertà e pluralismo dei media e altri equilibri istituzionali: due terzi, quasi il 68%, delle raccomandazioni formulate da Bruxelles lo scorso anno agli Stati membri per fare progressi sullo stato di diritto sono state attuate, del tutto o in parte, e le capitali sono ora "molto più preparate a individuare, prevenire e affrontare le sfide emergenti". Lo scrive la Commissione europea pubblicando la quinta relazione annuale sullo stato di diritto, che per la prima volta include quattro capitoli sugli sviluppi in Albania, Montenegro, Macedonia settentrionale e Serbia. Preoccupazioni "sistemiche" rimangono in termini di indipendenza giudiziaria e sono stati osservati casi specifici di deterioramento per cui la Commissione raccomanda di salvaguardare le procedure di nomina dei giudici.

"Queste relazioni sono un'innovazione di questo mandato e hanno contribuito a rafforzare lo Stato di diritto in Europa: continueremo a mettere lo Stato di diritto e la difesa della democrazia al centro del nostro lavoro", ha scritto su X la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

In conferenza stampa la commissaria europea Vera Jourova ha detto che la pubblicazione del rapporto avvenuta solo a fine luglio "è dovuta all'esigenza di aumentarne la visibilità. Con le elezioni "l'attenzione sarebbe stata ulteriormente ridotta".

Tra i Paesi sotto la lente, il quinto rapporto sullo Stato di diritto della Commissione europea fotografa una Polonia in netto miglioramento rispetto agli anni del governo a guida dei conservatori del Pis. L'esecutivo comunitario evidenzia in particolare come "alcuni degli effetti" della riforma della giustizia del 2017, all'origine di un lungo e aspro contenzioso con Bruxelles, "si stiano invertendo". Varsavia, ricorda Palazzo Berlaymont, "sta attuando un nuovo Piano d'azione sullo stato di diritto per affrontare le preoccupazioni di lunga data relative all'indipendenza giudiziaria" che riguardano diversi aspetti, tra cui il regime disciplinare dei giudici.

In particolare si registrano "alcuni progressi" nella separazione della funzione del ministro della Giustizia da quella del Procuratore Generale e nella garanzia di "indagini e procedimenti giudiziari indipendenti ed efficaci". "Nessun progresso" è stato registrato nella lotta alla corruzione in casi di alto livello, così come nell'introduzione di norme sul lobbismo. Nel complesso, i progressi compiuti da Varsavia hanno portato la Commissione a chiudere la procedura iniziata nel dicembre 2017 prevista all'articolo 7 del Trattato dell'Ue, che può portare alla sospensione dei diritti di adesione degli Stati membri, tra cui il diritto di voto in seno al Consiglio.

Migliora anche la situazione dei media, specie in relazione ai "meccanismi per migliorare la governance indipendente e l'indipendenza editoriale dei media del servizio pubblico". Di "progressi significativi" parla la Commissione anche in merito al "quadro in cui opera la società civile". Nelle raccomandazioni che accompagnano la relazione, si invita il governo di Donald Tusk a proseguire gli sforzi per portare a termine il lavoro iniziato e ripristinare appieno lo Stato di diritto, specie in relazione al sistema giudiziario e al contrasto della corruzione.

Nelle raccomandazioni formulate per la Spagna la Commissione spiega che la legge di amnistia per gli indipendentisti catalani varata dal governo di Pedro Sánchez è "stata oggetto di grandi controversie legate alle circostanze politiche del suo processo di adozione e al suo contenuto" e la Commissione Ue "si è impegnata con le autorità spagnole per ricevere chiarimenti, che sta analizzando". "Un gran numero di parti interessate ha condiviso le proprie preoccupazioni, anche per quanto riguarda il potenziale impatto del disegno di legge sulla lotta generale alla corruzione", aggiunge Bruxelles.

Rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa, Vera Jourova ha smentito per il momento l'ipotesi che la Commissione europea abbia in programma di aprire l'iter di infrazione contro Madrid per la legge sull'amnistia. "Sono solo speculazioni", ha avvertito la commissaria europea responsabile per i valori e la trasparenza, presentando il report e confermando il lavoro della Commissione per analizzare la legge. "Dobbiamo prima vedere quale sarà la reazione da parte delle autorità giudiziarie spagnole ma continuiamo a monitorare la situazione", le ha fatto eco il commissario alla giustizia, Didier Reynders.

Il nuovo rapporto include per la prima volta quattro capitoli sugli sviluppi in Serbia, Albania, Montenegro e Macedonia del Nord, i quattro Paesi dei Balcani occidentali che si trovano in una fase più avanzata del processo di allargamento. L'inclusione di questi Paesi nel rapporto "sosterrà i loro sforzi di riforma, aiuterà le autorità a compiere ulteriori progressi nel processo di adesione e a preparare a continuare il lavoro sullo stato di diritto come futuri Stati membri" osserva Palazzo Berlaymont. La strada da fare resta ancora però molto lunga.

I capitoli dedicati ai Paesi dei Balcani fanno emergere un quadro problematico sullo stato di diritto, con la sola eccezione del Montenegro. In questo caso la Commissione evidenzia in particolare l'"intensa fase di riforme" che sta attraversando il sistema giudiziario, la nuova strategia per la lotta alla corruzione adottata il mese scorso, così come "il pacchetto legislativo completo sul pluralismo e la libertà dei media", elementi che fanno emergere una traiettoria positiva tracciata dal nuovo governo di Podgorica.

Più ombre che luci nel rapporto sulla Serbia, in cui si lamentano "carenze" nella lotta alla corruzione, "elevata" pressione politica sul sistema giudiziario e sulle procure, nonché la sicurezza dei giornalisti che resta "fonte di preoccupazione, così come la crescente pressione esercitata da cause legali abusive". Diverse le criticità rilevate nel rapporto sull'Albania, tra cui la lotta alla corruzione. "Le misure preventive risentono di un quadro giuridico troppo complesso e continuano ad avere un impatto limitato, soprattutto nei settori vulnerabili". Infine la Macedonia del Nord, dove "l'indipendenza della magistratura e la capacità istituzionale di proteggerla da influenze indebite rimangono una seria preoccupazione". Tra le perplessità rilevate, anche la " polarizzazione politica" che ha causato "ritardi" nel lavoro del Parlamento e ha portato a "un uso eccessivo e talvolta inappropriato di procedure legislative accelerate".

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