LISBONA - Il Portogallo è in ritardo nell'esecuzione degli investimenti del Piano di ripresa e resilienza (Prr) e probabilmente chiederà a Bruxelles la possibilità di una seconda revisione nel 2025. Secondo il quarto rapporto di valutazione pubblicato ieri dalla Cna, la commissione interministeriale indipendente che segue i vari piani d'investimento, solo cinque progetti, equivalenti al 5% del totale, sono stati conclusi, mentre le grandi opere scontano forti ritardi e probabilmente dovranno essere riconsiderate.
Fra queste, risultano particolarmente critici i progetti legati all'edilizia residenziale pubblica (era prevista la consegna di 26 mila case), la diga per il progettato bacino artificiale di Pisão (nella regione dell'Alentejo), l'ampliamento delle linee della metropolitana di Lisbona e gli investimenti nella sanità pubblica. In quest'ultimo caso, desta particolare preoccupazione il progetto di acquisto di apparecchiature ospedaliere per tre ospedali dell'area metropolitana di Lisbona, due dei quali non sono stati ancora neanche costruiti.
Secondo il rapporto del Cna, la causa di questi ritardi risiede soprattutto in una macchina statale troppo lenta, per cui si raccomanda lo sviluppo di una "burocrazia intelligente". Il Portogallo, che prepara la richiesta di pagamento della quinta rata del Prr ed entro la fine di quest'anno dovrebbe aver ricevuto circa 10 miliardi del totale di 22 miliardi e 216 milioni di euro, potrà chiedere di rivedere il suo piano nel 2025. Si tratterebbe della seconda revisione, giacché una prima è servita a inserire le misure del REPowerEU, il programma di autonomia energetica varato dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
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