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La Commissione europeà "valuterà la lettera di Meloni sullo stato di diritto"

Un portavoce non precisa se ci sarà risposta: "Stati consultati"

La Commissione europeà "valuterà la lettera di Meloni sullo stato di diritto"

Redazione Ansa

BRUXELLES - "Abbiamo confermato di aver ricevuto la lettera" della premier italiana Giorgia Meloni sul rapporto sullo stato di diritto, "la stiamo valutando e in questa fase non abbiamo alcun elemento ulteriore". Lo ha detto nell'incontro quotidiano con la stampa la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper senza rispondere se ci sarà o meno una risposta. "Sarebbe importante dire anche quando si tratta del rapporto sullo Stato di diritto in quanto tale è che si tratta di una metodologia consolidata, basata sui fatti ed è anche il risultato di un processo inclusivo di consultazione con gli Stati membri e anche con vari stakeholder", ha affermato la funzionaria rispondendo alle domande dei giornalisti.

Interpellata nel corso di un punto stampa a Pechino, dove è in visita, Meloni ha detto di non ritenere "che i rapporti con la Commissione europea stiano peggiorando". "Io e la Commissione europea abbiamo discusso" del report sullo stato di diritto "e del resto la lettera che io ho inviato non è una risposta alla Commissione europea o apre un momento di frizione con l'Esecutivo Ue, è una riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta di un documento tecnico nel quale mi corre l'obbligo di ricordare che gli accenti critici non vengono da Bruxelles".

Nel rapporto "la Commissione europea riporta accenti critici di alcuni portatori di interesse, chiamati 'stakeholder': il Domani, il Fatto Quotidiano, Repubblica", ha detto la premier, insistendo su "chi strumentalizza un rapporto che tra l'altro non dice niente di particolarmente nuovo rispetto agli anni precedenti". La governance Rai, ha ribadito, "è definita da una legge del 2015 che ha fatto il governo Renzi" e "dicono che ci sono delle intimidazioni alla stampa perché ci sono degli esponenti politici che querelano per diffamazione alcuni giornalisti". "Ma non mi pare che in Italia vi sia una regola che dice che se tu hai una tessera da giornalista, che ho anche io in tasca, puoi liberamente diffamare qualcuno e dire che gli esponenti politici se avviano una causa per diffamazione stanno facendo azioni di intimidazione: questo vuol dire non avere neanche rispetto dell'indipendenza dei giudici", ha rimarcato la premier.

"Capisco il tentativo di strumentalizzare, conosco il tentativo di cercare il soccorso esterno da parte di una sinistra in Italia che evidentemente è molto dispiaciuta di non poter utilizzare per esempio il servizio pubblico come fosse una sezione di partito, però su questo non posso aiutare proprio perché credo nella libertà di informazione e di stampa", ha criticato Meloni.

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