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L'Ue lima i dazi per le e-car cinesi prima dell'ok finale (2)

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 20 AGO - A luglio, nell'ambito del precedente passaggio dell'indagine, le aliquote erano invece così composte: Byd al 17,4%, Geely al 19,9%, Saic al 37,6%.
    Altri produttori che hanno collaborato all'indagine erano soggetti a un dazio del 20,8% mentre era del 37,6% per le società che non hanno collaborato. "Questo dimostra la trasparenza del procedimento e che la collaborazione delle aziende viene presa in considerazione", commenta un alto funzionario Ue, che sottolinea come ore le compagnie potranno controllare "le cifre un volta di più".
    Il dazio per Tesla è stato introdotto dopo che i tecnici della Commissione hanno potuto prendere in esame in pieno il caso della compagnia americana e hanno concluso che il 9% è la quantità di sussidi che riceve da Pechino ( e si applicherà ovviamente solo alle auto esportare dalla Cina). Non solo. Ora ci sarà "la possibilità per diversi esportatori cinesi e per alcune joint venture con produttori dell'Ue, che non esportavano ancora al momento del periodo dell'inchiesta, di beneficiare dell'aliquota di dazio più bassa prevista per le società collegate che hanno collaborato". Inoltre è stata presa la decisione "di non riscuotere retroattivamente i dazi compensativi".
    Le parti interessate hanno adesso la possibilità di richiedere audizioni con i servizi della Commissione il prima possibile e di fornire osservazioni "entro 10 giorni".
    Successivamente, dopo aver preso in considerazione le osservazioni delle parti interessate, la Commissione presenterà la decisione finale agli Stati membri, che voteranno (la proposta della Commissione viene adottata a meno che non vi sia una maggioranza qualificata contraria). Il voto avrà effetto vincolante.
    Le misure definitive devono essere istituite entro 4 mesi dall'istituzione dei dazi provvisori. Un regolamento di esecuzione della Commissione, contenente le conclusioni definitive dell'inchiesta, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30 ottobre 2024 (al massimo entro 13 mesi dall'apertura). Le eventuali misure saranno in vigore per 5 anni, prorogabili su richiesta motivata e successivo riesame.
    (ANSA).
   

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