BRUXELLES - L'editoriale firmato da Eugen Olariu e pubblicato dal sito del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr) in cui si definiva il premier unghere Viktor Orban come "un cavallo di Troia russo in Ue", è stato rimosso dal sito in quanto, "era un pezzo caricato per errore poiché non aveva avuto l'ok del direttore editoriale, il quale successivamente ha preso la decisione di rimuoverlo". Lo spiegano all'ANSA font di Ecr, la compagine europea presieduta da Giorgia Meloni.
"Oggi le azioni dell'Ungheria, guidata da Viktor Orban, creano tutti i presupposti per essere definita il 'cavallo di Troia russo' alle porte dell'Unione Europea", scriveva nell'editoriale Olariu.
"Nel contesto dell'aggressione della Federazione Russa all'Ucraina, al di là della tragedia umanitaria, considerata la più grande dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, si sono formati due schieramenti. La parte dell'aggressore, la Federazione Russa guidata da Vladimir Putin, e la parte di coloro che sostengono la causa dell'Ucraina, la Nato e l'Unione Europea", spiega l'editoriale. In questo contesto l'articolo accusa l'Ungheria di "costruire un cosiddetto Cavallo di Troia russo, che avrebbe lo scopo di facilitare l'introduzione di spie sul territorio di uno Stato membro al fine di destabilizzare l'Unione Europea". Per sostenere la tesi, l'editoriale, redatto per The Conservative, la piattaforma di dibattito online di Ecr, cita casi come il programma ungherese di visti facilitati, che include tra gli altri, russi e bielorussi, il caso dell'oleodotto Druzhba ed il blocco ai pagamenti del Fondo Europeo per la Pace.
"L'attività di spionaggio russo in Europa ha scatenato un enorme scandalo in Austria all'inizio di quest'anno. Lo scandalo riguardava i servizi segreti statali austriaci. La missione della Federazione Russa era quella di destabilizzare i servizi segreti austriaci. Le attività di spionaggio filorusse si stanno svolgendo in Moldavia proprio ai confini dell'Ue e della Nato.
Il Primo Ministro moldavo Dorin Recean ha accusato che lo Stato è attualmente "sotto attacco ibrido", insiste l'editoriale.