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>ANSA-FOCUS/ Ursula vuole chiudere sulle nomine, il nodo deleghe

E la Slovenia continua a bloccare il via libera al suo candidato

Redazione Ansa

(di Michele Esposito) (ANSA) - BRUXELLES, 13 SET - Chiudere la lista dei nuovi commissari martedì prossimo per avere il nuovo esecutivo formalmente efficace dal primo dicembre, a meno di un mese dalle elezioni americane: Ursula von der Leyen, in queste ore, ha un solo obiettivo in testa. Centrarlo, tuttavia, resta non facile.
    Le incognite attorno ai portafogli da assegnare ai vari commissari restano diverse, il Parlamento sloveno continua a tenere in sospeso il via libera al candidato di Lubiana, e le formazioni del centro e del centro-sinistra sono pronte ad una battaglia senza esclusione di colpi per dire la loro. "Da qui a martedì è lunga, soprattutto se si parla di politica", sono le parole con le quali, il portavoce della Commissione Eric Mamer, ha riassunto i mille dubbi che attanagliano i vertici di Palazzo Berlaymont.
    Lo stesso Mamer, invero, ha spiegato tuttavia che von der Leyen è "determinata" nel rispettare la scadenza prefissata.
    Martedì, a Strasburgo, vuole presentare la sua squadra al Conferenza dei presidenti, e poi illustrare le sue scelte alla stampa. Lunedì in un ultimo round di incontri con i gruppi della maggioranza, proverà a puntellare il suo castello. Con il rischio che una pedina sbagliata potrebbe far saltare tutto, in un quadro nel quale i rapporti tra il Ppe e gli altri gruppi filo-Ue - Socialisti, Liberali e Verdi - sono tornati ad essere a dir poco traballanti. "I Socialisti non sono mai stati così deboli, bocciare i candidati sostenuti dal Ppe potrebbe trasformarsi in un boomerang", ha avvertito il capodelegazione di FI Fulvio Martusciello.
    Il primo vero ostacolo davanti a von der Leyen si annida invero non a Roma, ma nella piccola Slovenia. Nel Paese carsico il cambio di candidato deciso dal primo ministro Robert Golob ha innescato una rivolta politica bipartisan. L'accusa, trasversale, è che sia stata von der Leyen a costringere Golob a far ritirare Tomaz Vesel sostituendolo con Marta Kos, in nome dell'equità di genere. La commissione parlamentari per gli Affari Esteri e Ue, che era chiamata a votare Kos, non è stata neppure convocata. Gli europarlamentari sloveni di Sds - forza che fa capo all'ex premier populista Janez Jansa ma che è dentro al Ppe - hanno annunciato che non voteranno per la candidata e hanno chiesto accesso ai documenti della Commissione e del governo sloveno relativi alle procedure di candidature. E l'ex diplomatica Marta Kos è stata accusata di aver collaborati con i servizi segreti iugoslavi.
    Von der Leyen, di fronte allo stallo sloveno, potrebbe andare comunque sulla sua strada, forzando la mano e presentando ugualmente la lista, con il nome di Kos al suo interno. Ma sarebbe una mossa che non distenderebbe il clima attorno alle nomine europee. Nomine sulle quali le deleghe da assegnare restano avvolte in una nube di incertezze. Le vice presidenze esecutive dovrebbero essere sei, come anticipato, e andare a Thierry Breton, Teresa Ribera, Valdis Dombrovskis, Raffaele Fitto, Maros Sefcovic, Kaja Kallas. Del sestetto il più debole è Sefcovic, commissario uscente di lunga esperienza e apprezzato a Bruxelles, ma rappresentante di un Paese, la Slovacchia, che con il populista Robert Fico si avvicina a grandi passi alle posizioni orbaniane.
    Fitto potrebbe invece avere una delega diretta alla Coesione e al Pnrr, perdendo quella all'Economia, dossier che non è ancora chiaro se rientrerà in quelli sotto la sua vicepresidenza. Per l'Italia, in ogni caso, è importante che sotto l'ala di Fitto finisca una Direzione Generale (la dg Regio, ad esempio). Nel frattempo è stato Enrico Letta a spiegare che, se Fitto si mostrerà impegnato per l'Ue, dovrebbe avere "il più ampio sostegno possibile": A Breton è in via di assegnazione il potente portafogli dell'Industria, a Ribera andrebbe la Concorrenza, a Dombrovskis l'Allargamento e il dossier della ricostruzione ucraina. Von der Leyen, per placare i Socialisti, dovrà assegnare gli Affari Sociali e le Politiche abitative ad un loro esponente, forse la romena Roxana Minzatu. Nel frattempo il gruppo S&D continua ad alzare la posta: l'ultima richiesta è quella di un commissario ad hoc allo Sviluppo. (ANSA).
   

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