(di Valentina Brini)
(ANSA) - BRUXELLES, 17 SET - Le critiche di Berlino e dei
falchi del Nord sono arrivate forti e chiare, la risposta di
Mario Draghi non poteva essere da meno. Nel giorno della nascita
della nuova Europa targata Ursula von der Leyen, l'ex premier ha
colto l'occasione dell'Aula di Strasburgo al gran completo per
dare ancora una volta la scossa alla politica continentale,
tornando a riaffermare il ruolo cruciale di nuovi eurobond per
dare vita a quel doppio piano Marshall necessario a rilanciare
la competitività.
Arrivato davanti alla plenaria dell'Europarlamento poco prima
delle due di pomeriggio, Super Mario ha rivolto agli
eurodeputati lo stesso messaggio deciso già espresso a Bruxelles
e a Milano nei giorni scorsi. In gioco, ha rimarcato, c'è "il
destino" dell'Europa che, davanti alla sfida lanciata da Stati
Uniti e Cina, rischia di diventare nel tempo "meno prospera,
meno equa, meno sicura" e "meno libera di scegliere" per se
stessa. Una prospettiva che tiene "tutti in ansia", è stata la
nuova sottolineatura dell'ex governatore prima di illustrare i
punti principali di un report che vuole essere bussola e 'trait
d'union' delle rinnovate politiche di von der Leyen.
Svelando la sua nuova rosa, la tedesca ha ribadito la volontà
di seguirne "le raccomandazioni" per un'Europa "più fluida, più
interconnessa, più coordinata". Un impegno riflesso in tutte le
lettere di missione con le quali la tedesca ha investito i suoi
nuovi commissari designati, chiamati ad attingere a piene mani
dal documento redatto da Draghi e dal report complementare sul
mercato unico firmato Enrico Letta. Ai vertici di Palazzo
Berlaymont, le indicazioni dell'ex presidente della Bce si
rintracciano nei compiti affidati al nuovo vicepresidente
esecutivo per la Politica industriale, il francese Stéphane
Séjourné, e alle colleghe parigrado Teresa Ribera e Henna
Virkkunen, responsabili - nel caso della spagnola - di mantenere
la coerenza sulle politiche green Ue e ridisegnare le regole
sugli aiuti di Stato per favorire i progetti di interesse comune
(Ipcei), e - nel caso della finlandese - di cambiare marcia
sullo sviluppo in-house di cloud, IA, capacità di calcolo e chip
quantistici.
Nessun riferimento esplicito a quel debito comune inviso alla
stessa von der Leyen, consapevole dell'opposizione dei frugali e
di Berlino resa manifesta dal ministro delle Finanze, Christian
Lindner. La sfida davanti allo sforzo finanziario titanico
(servono 750-800 miliardi l'anno di investimenti aggiuntivi tra
pubblico e privato) necessario a tradurre le ambizioni dell'Ue
in realtà è però ineludibile. Per ora, il fulcro dei
finanziamenti legati alla competitività sarà nelle mani del
rigorista dei conti pubblici, Valdis Dombrovskis, chiamato a
garantire "coerenza" tra le politiche di bilancio dei Ventisette
ma anche responsabile - insieme a Séjourné - dello sviluppo di
"un nuovo strumento di coordinamento" legato al "futuro fondo
europeo per la competitività". Le preoccupazioni e i dubbi sul
debito comune sono "legittimi", ha concesso Draghi, ma questo
sforzo "non è per la spesa pubblica generale o per i sussidi",
ma "per realizzare gli obiettivi fondamentali" comuni. "A me -
l'ammonimento finale - spetta il compito di presentare la
diagnosi. A voi, rappresentanti eletti, quello di tradurre
questo programma in azione". Superando "le divisioni" e trovando
"un consenso". (ANSA).
>>>ANSA/ Draghi contro i falchi, 'il debito comune è necessario'
Le indicazioni dell'ex premier nelle lettere ai nuovi commissari