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>>>ANSA/ Fitto da von der Leyen, ancora nebbia sui poteri dei 26

Ursula accoglie i commissari in Ue. Ribera unico contraltare

Redazione Ansa

(di Michele Epsosito) (ANSA) - BRUXELLES, 18 SET - Uno vale uno, nessuno vale Ursula. La strategia di von der Leyen per avere pieni poteri sulla Commissione nel suo secondo mandato parte da lontano. Da quando, ancora non eletta all'Eurocamera, confidava ai suoi fedelissimi che mai e poi mai avrebbe ripetuto l'errore del 2019: farsi attorniare da tre vicepresidenti esecutivi esperti e con ampi poteri. E spesso non sulla linea della presidente. La debolezza di Germania e Francia e l'esito dell'Europee hanno aiutato von der Leyen, e il suo obiettivo ora è a un passo: presiedere un esecutivo dove, per dirla come un alto funzionario di Palazzo Berlaymont, "l'unico vero decisore è il collegio dei commissari".
    E' da qui che bisogna partire per capire le basi della persistente nebulosità sulle deleghe assegnate a ciascun commissario designato. La struttura della nuova Commissione, ha spiegato von der Leyen, non trascende il principio per cui "tutti e 26 sono uguali". Ma non è del tutto vero. Sei dei 26 membri in realtà sono vicepresidente esecutivi, a capo di cluster che includono dossier, risorse e commissari. E' in questo contesto che va inquadrata la delega di Raffaele Fitto.
    Il ministro uscente italiano avrà Coesione e Riforme e gestirà, direttamente, i 378 miliardi di euro stanziati per il 2021-27, disseminati nei vari Fondi previsti nei programmi europei. Fitto rappresenterà la Commissione ai Consigli Affari Generali Coesione e, presto, dovrà vedersela con il grande nodo della riforma del settore. Meno chiaro è il rapporto che Fitto avrà con i commissari sotto la sua supervisione: il greco Tzitzikostas (a Trasporti e Turismo), il cipriota Costas Kadis (Pesca e Oceani), il lussemburghese Christophe Hansen (Agricoltura). Il Pnrr, invece, sarà rigorosamente co-gestito con Valdis Dombrovskis. In via indiretta, Fitto potrebbe quindi avere l'ultima parola anche sulla Pac (circa 270 miliardi fino al 2027) e comunque si occuperà dell'attuazione dei Piani nazionale di Ripresa e Resilienza.
    Von der Leyen, a 24 ore dalla presentazione della squadra, ha voluto accogliere tutti (ad eccezione dell'austriaco Magnus Brunner e della slovena Marta Kos, ancora in attesa di indicazione formale) al Berlaymont. L'incontro è durato circa un'ora e mezza. "Sono tutti molto motivati e concentrati in vista delle audizioni. Saremo una grande squadra", ha twittato von der Leyen pubblicando l'immagine del nuovo governo comunitario. "Un incontro molto positivo", le ha fatto eco Fitto.
    Tutti e 26, comunque, hanno davanti la sfida delle griglie delle commissioni parlamentari. Von der Leyen vuole fare il prima possibile. L'Eurocamera si prenderà il tempo necessario.
    Le audizioni potrebbero essere a metà ottobre o a inizio novembre e si reggono su equilibri precari, nei quali la necessaria maggioranza dei 2/3 implica, di fatto, che Ecr voti i candidati socialisti e che i socialisti votino Fitto. "Lui è il commissario dell'Italia, tutti lo sostengano", ha sottolineato la premier Giorgia Meloni. In realtà, a parte il M5s e Avs, nessun partito italiano ha detto che non voterà per Fitto. Il Pd, tra i socialisti, è la delegazione più impegnata a difenderlo, di fronte soprattutto alle riserve di tedeschi e francesi. E' difficile comunque che il ministro passi l'esame della commissione parlamentare Regi al primo colpo. Più probabile che l'intesa si trovi nell'interrogazione supplementare prevista dal regolamento.
    Molto dipenderà anche dalle trattative parallele tra von der Leyen e i gruppi, tutt'altro che finite. I socialisti vogliono ulteriormente puntellare i poteri di Teresa Ribera, forse la più importante tra i vicepresidenti esecutivi, con deleghe alla Concorrenza e alla Transizione. La spagnola avrà la supervisione del dossier Tasse e Clima (nelle mani dell'olandese Woepke Hoekstra), di Energia e Housing (guidate dal danese Dan Jorgensen) e dell'Ambiente (nelle mani di Jessika Roswall). Avrà alle spalle un governo saldo, quello di Pedro Sanchez. "Se spingerò sul Green Deal? Certamente", ha avvertito Ribera. E' in lei che potrebbe concentrarsi il contropotere al regno di Ursula. (ANSA).
   

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