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>ANSA-FOCUS/Stoltenberg ai saluti,'servirà più del 2% in difesa'

'Quando mi proposero la Nato temevo di annoiarmi e invece...'

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 19 SET - Jens Stoltenberg si appresta a lasciare la Nato, dopo 10 anni al timone. Il primo di ottobre avverrà ufficialmente il passaggio del testimone a Mark Rutte e il norvegese diventerà l'ennesimo 'ex-qualcosa', dato che è stato già ministro e premier. "Ci sono abituato, poi è sempre arrivato qualcosa di bello". Nel mentre però rilascia interviste a raffica e lancia moniti. Il prezzo della pace, avverte, "sta salendo" e gli alleati dovranno spendere "più del 2%" in difesa, anche se sarà "politicamente difficile". Inoltre, anche se la Nato ora "è più forte" che mai, serve capire che il potere militare alleato "è limitato" e bisognerà in futuro calibrare bene eventuali "interventi" all'estero, come insegna il disastro dell'Afghanistan.
    Stoltenberg ha scelto il German Marshall Fund a Bruxelles per il suo discorso d'addio, quello che dovrà assicurare la sua eredità politica. "Quando mi fu proposta la Nato, oltre 10 anni fa, chiesi consiglio a mio padre", racconta Stoltenberg. E non a caso, visto che fu ministro della Difesa. "Non era molto entusiasta, mi disse che alla Nato non succede un granché", confida il quasi ex sec-gen tra le risate del pubblico. "Ma tutto si può dire tranne che questi dieci anni siano stati statici". L'alleanza, è la sintesi, ha dimostrato di essere rilevante nel mondo di oggi, nonostante le critiche del passato, come la celebre etichetta di "cerebralmente morta" affibbiata dal presidente francese Emmanuel Macron. Certo, la Russia ci ha messo del suo, con l'invasione dell'Ucraina nel 2022. "Se il dialogo è fallito è colpa di Mosca", sentenzia rifiutando ogni errore da parte dell'Alleanza. "Noi ci abbiamo provato davvero e persino dopo la guerra in Georgia, fino al gennaio del 2022, quando abbiamo riunito il Consiglio Nato-Russia", assicura.
    Guardando al futuro Stoltenberg di una cosa si dice sicuro: non ci potrà essere "una Minsk 3" per mettere fine al conflitto, perché Vladimir Putin non vuole un'Ucraina libera e dunque bisognerà armare Kiev per far sì che possa difendersi - al contrario di quanto fatto dopo il 2014, ovvero l'annessione della Crimea e lo scoppio del conflitto nel Donbas - fino all'ingresso nella Nato, con garanzie di sicurezza da parte dell'Occidente nella fase intermedia. Solo così l'Europa potrà avere un'architettura di sicurezza valida. Il norvegese ha poi scoraggiato la Nato da possibili tentazioni "isolazionistiche", con voci che incoraggiano Bruxelles e Washington a prendere "strade separate", poiché "investire nelle relazioni transatlantiche è l'unica strada vincente". "Gli europei - aggiunge bacchettando pure un po' l'Unione Europea per alcune invasioni di campo nel regno della Nato sulle regolamentazioni - devono capire che senza la Nato non c'è sicurezza in Europa: l'80% della spesa per la difesa alleata proviene da alleati non Ue".
    Stoltenberg sul punto ne ha sia per gli americani che per gli europei. "Barriere e tariffe tra i nostri Paesi aumenteranno i costi, ridurranno la qualità e soffocheranno l'innovazione: il protezionismo contro gli alleati non protegge la nostra sicurezza", spiega. In ultima istanza, "siamo più forti e più sicuri, Europa e Nord America, insieme nella Nato". Ora toccherà a Mark Rutte tenere insieme la famiglia, ormai ampliata a 32 alleati. (ANSA).
   

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