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L'appello di 20 Stati Ue: "Rilanciare il mercato unico per aumentare la competitività"

Il testo sollecita sulla base dei rapporti di Draghi e Letta

L'appello di 20 Stati Ue: "Rilanciare il mercato unico per aumentare la competitività"

Redazione Ansa

BRUXELLES - "L'Unione europea sta entrando in un nuovo ciclo istituzionale nel contesto di sfide globali senza precedenti, che evidenziano la necessità di rafforzare la sua competitività globale. Migliorare le condizioni per fare impresa all'interno dell'Ue deve essere la priorità assoluta della nuova Commissione. Il nostro vantaggio competitivo fondamentale - il mercato unico - deve quindi essere al centro delle nostre idee e azioni sulla competitività". È quanto si legge un "non paper" promosso da Lussemburgo e Repubblica Ceca e firmato da venti Stati membri, tra cui Germania e Polonia (non l'Italia).

Sulla scorta dei rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta, che hanno dato "un forte slancio per sfruttare ulteriormente il pieno potenziale del mercato unico", si chiede alla nuova Commissione di "semplificare le condizioni per fare impresa e continuare a ridurre la burocrazia" andando oltre "l'annunciata riduzione del 25% dei requisiti di rendicontazione", si legge nel documento. L'esecutivo comunitario dovrebbe inoltre "fare riferimento a strumenti digitali specifici per aiutare le imprese a operare più facilmente nel mercato unico, concentrandosi allo stesso tempo sul miglioramento degli strumenti esistenti e sulla ricerca di nuove sinergie". "Per migliorare il mercato unico - osservano i firmatari - dovremmo concentrarci sulla qualità, sulla coerenza e sull'attuazione, piuttosto che sulla quantità di norme". Entro giugno 2025, la Commissione dovrebbe pubblicare una nuova strategia orizzontale per il mercato unico, come richiesto dal Consiglio europeo e dal Consiglio "Competitività". Il documento informale è firmato da Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia.

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