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Passi avanti su trattato di pace Armenia-Azerbaigian

Accordo su 13 punti su 16. Preoccupa il ruolo di Mosca

Armenia's Prime Minister Pashinyan hosts school students at government building in Yerevan

Redazione Ansa

BRUXELLES, 27 SET - I negoziati tra Armenia e Azerbaigian per un trattato di pace fanno passi avanti dopo l'incontro di ieri tra i due ministri degli esteri a New York, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sul contenuto dell'accordo di pace in 16 punti al momento in discussione tra le due cancellerie 13 punti sarebbero ora concordati lasciando fuori solo 3 soli paragrafi su cui serve ancora un'intesa. Lo spiegano all'ANSA fonti qualificate del governo armeno a Bruxelles.
    Tra i punti in sospeso la presenza della missione civile dell'Ue sul confine tra le due nazioni o le presenza di qualsiasi meccanismo internazionale, civile o militare, fortemente osteggiata da Baku.
    Preoccupa poi il ruolo di Mosca. Il Cremlino infatti avrebbe interesse a ritardare la firma in quanto il raggiungimento di un trattato di pace definitivo comporterebbe una forte riduzione dell'influenza russa nella regione. Per quel che riguarda le forniture militari, ad esempio, l'esercito armeno è passato in 4 anni dal 96% di forniture militari russe al 10%, sostituendo i vecchi contratti con nuovi accordi siglati con India e Francia.
    Ridotto, rispetto ad un anno fa, il rischio di escalation militare grazie anche ai lavori della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop 29, che sarà ospitata a novembre dall'Azerbaigian portando il Paese caucasico sotto i riflettori del mondo intero.
    Alte le aspettative di Yerevan sul passaggio di testimone alla guida del Servizio europeo per l'azione esterna dell'Ue con l'arrivo dell'estone Kaja Kallas, che il governo armeno vede molto positivamente. Yerevan infatti ha fatto sapere di sperare in una visita della nuova Alto Rappresentante Ue in tempi brevi, visita venuta a mancare durante la gestione dell'attuale capo della diplomazia Ue, lo spagnolo Josep Borrell.

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