(di Michele Esposito)
(ANSA) - BRUXELLES, 30 SET - Un'Europa sovrana ma non
sovranista, aperta al commercio internazionale, pronta a
iniettare le risorse necessarie per ridurre il gap di
competitività con Usa e Cina. Mario Draghi torna a soffermarsi
sul futuro dell'Ue, oggetto del suo Rapporto da quattrocento
pagine, e invita i Paesi del Vecchio continente a non chiudere
le proprie economie entro i confini del neo-protezionismo.
"Nessuno vuole una guerra commerciale con gli Stati Uniti: con
un protezionismo verso gli Usa ci danneggeremmo", ha
sottolineato l'ex presidente della Bce, ospite a Bruxelles
dell'istituto Bruegel.
Parlando alla platea del think tank europeo Draghi non ha
solo invitato l'Ue ad evitare guerre commerciali con Washington
ma anche a non imitare la sua strategia di questi anni.
"L'Unione è un'economia aperta. Siamo diversi dagli Usa: non
possiamo erigere un muro protezionista. Non potremmo farlo
neanche se lo volessimo, perché ci danneggeremmo da soli", ha
spiegato. E le sue parole cadono a poco più di un mese proprio
dalle elezioni american, decisive, in ogni caso, per il futuro
dei rapporti transatlantici. Il voto Oltreoceano precederà di
una manciata d'ore il Consiglio europeo informale che, il
prossimo 8 novembre, si riunirà a Budapest. I leader dei 27
torneranno a vedersi solo poche settimane dopo il Consiglio
europeo di metà ottobre a Bruxelles ma, questa volta, il tema
cardine dell'incontro sarà la competitività. E Draghi, ha
annunciato Charles Michel dopo averlo incontrato all'Europa
Building, sarà ospite del vertice organizzato dalla presidenza
ungherese.
Soffermandosi sul suo report l'ex premier italiano ha voluto
innanzitutto sottolineare un concetto: "tutti i Paesi sono
troppo piccoli per far fronte alle dimensioni della sfida
attuale, quindi il concetto di sovranità che sta alla base di
questo rapporto è che la sovranità europea non è sovranità
nazionale". E sovranità europea, nello studio di Draghi, fa rima
innanzitutto con una maggiore integrazione e con l'impiego di
più risorse comuni per rilanciare la competitività industriale e
tecnologica del continente. L'importo di 700-800 miliardi di
euro di investimenti necessari per l'Ue è una stima "prudente.
Non include gli investimenti per l'adattamento e la protezione
al clima che stanno diventando sempre più necessari" e "non
include gli investimenti nell'istruzione, nella formazione delle
competenze", ha evidenziato. Alle risorse va affiancata una
strategia industriale integrata, che miri all'innovazione
piuttosto che ai sussidi e che abbia la crescita come unica
stella polare. "Voglio che l'Europa resti aperta. Voglio parità
di condizioni. Dobbiamo essere ambiziosi" per "impegnarci per
l'innovazione", è il messaggio che Draghi è tornato a recapitare
all'Ue. (ANSA).
>>>ANSA/ Draghi, 'l'Ue è diversa dagli Usa, no ai protezionismi'
L'ex presidente della Bce sarà al vertice dei 27 a Budapest