(di Valentina Brini)
(ANSA) - BRUXELLES, 06 OTT - Il nuovo corso di Mark Rutte non
si fa attendere. Appena ricevuto il testimone da Jens
Stoltenberg, il neosegretario generale della Nato ha messo in
chiaro le sue priorità: sostenere Kiev e prepararsi a
fronteggiare la minaccia di Mosca con un massiccio piano di
rafforzamento dello scudo difensivo occidentale.
Un ritorno ai grandi numeri della Guerra fredda che, prima di
finire sul tavolo della ministeriale Difesa il 17 e 18 ottobre a
Bruxelles, potrebbe interessare anche i colloqui al vertice
sull'Ucraina convocato da Joe Biden il 12 ottobre nella base di
Ramstein, a margine del confronto con il presidente Volodymyr
Zelensky.
Piglio decisamente più politico rispetto al robotico
predecessore, al suo debutto Rutte si è affrettato a chiedere
agli alleati di non addurre scuse per dribblare l'impegno
economico e militare necessario. Nei mesi scorsi, gli alleati
hanno ricevuto "la totalità delle capacità minime richieste" per
difendere ogni centimetro del territorio e chiudere le falle
individuate dagli esperti militari. Un piano stilato dal
generale statunitense Christopher Cavoli e dall'ammiraglio
francese Pierre Vandier, che prevede un significativo aumento
dei ranghi: si passerà dalle 82 brigate di combattimento
ritenute sufficienti prima dell'invasione russa in Ucraina a
131. Sarà inoltre necessario rimpinguare le attrezzature in
termini di difesa aerea, munizioni, armi di precisione a lungo
raggio, logistica e trasporti: la dotazione di unità antiaeree
terrestri per proteggersi dagli attacchi missilistici dovranno
aumentare da 293 a 1.467, mentre il numero di elicotteri
dovrebbe salire da 90 a 104. E, sebbene il disegno si riferisca
agli anni successivi al 2030, i due comandanti dell'Alleanza
hanno chiesto che "gli appalti per le capacità più urgenti siano
avviati il ;;più rapidamente possibile".
Gli obiettivi, tutti vincolanti, saranno presentati ai
ministri della Difesa a Bruxelles, aprendo ancora una volta la
discussione sull'esigenza di "significative risorse finanziarie
aggiuntive" da dispiegare. Con tutta probabilità, viene
evidenziato nei documenti, "ben oltre" quel 2% che, pur
rappresentando il minimo sindacale richiesto con forza
dall'inizio del conflitto scatenato dal Cremlino, a oggi
soltanto 23 Paesi Nato sui suoi 32 membri riescono ad
assicurare. La quantità di stanziamenti sarà comunque
determinata dalla "ricchezza relativa e dalle dimensioni della
popolazione di un alleato". Ma il frugale Rutte si vedrà
costretto a vestire i panni di colui che chiede di mettere mano
al portafoglio. Gli alleati potrebbero parlarne a livello di
leader già a Ramstein, dove il focus sarà comunque sul "piano di
vittoria" preannunciato da Zelensky, con "passi chiari e
concreti verso una fine giusta della guerra". Rifiutare i piani
di difesa non viene considerato, in gergo diplomatico,
"consigliabile": farlo - anche considerata la volontà di Mosca
di portare la sua spesa militare ai livelli record del 25% del
Pil - "metterebbe in dubbio la credibilità dell'intera
alleanza". (ANSA).
>>>ANSA/ La Nato chiede più truppe e difesa aerea contro Mosca
Welt: 'Nuovi requisiti alla ministeriale Difesa, serve oltre 2%'